Questo ci fa\’ capire quanto grande sia lo sconfinato poterre economico della \’ndrangheta che, SOLO con la vendita delle 4 tonnellate sequestrate avrebbe guadagnato 1 miliardo di euro. Se poi ci aggiungiamo tutti gli altri carichi di droga che negli anni sono passati indisturbati e tutti gli altri traffici ed affari, allora abbiamo un patrimonio economico inestimabile e paragonabile a più PIL di più Stati nel mondo. Un potere così grande crea corruzione ed illegalità ovunque ma, crea anche posti di lavoro e da\’ da mangiare a famiglie che senza di essa non avrebbero alcun supporto dallo \”Stato legale\”. Il miglior modo se non l\’unico per contrastare questo sistema? Mettersi alla pari, creare posti di lavoro concreti, ridare dignità e conomica, sociale e lavorativa ai cittadini, forse solo così un giorno tutto questo potrà cambiare. Nel frattempo viene sempre da chiedersi, perchè e chi ha l\’interesse di combattere un mondo economico e sociale che funziona così bene a differenza di quello \”ufficiale\”? E\’ una domanda che ha poche risposte è vero, ma purtroppo sono risposte che non portano a niente di concreto per i disoccupati e chi deve dare da mangiare ai propri figli!!!
‘Ndrangheta, 4 tonnellate di cocaina sequestrate: 38 arresti
La maxi-operazione \”Santa Fe\” è stata condotta da dal Gico della Guardia di finanza di Catanzaro e coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, insieme all\’aggiunto Nicola Gratteri. Circa 1 miliardo di euro quello che la \’ndrangheta avrebbe guadagnato attraverso lo smercio e la vendita della cocaina sequestrata
Sono 38 le persone arrestate dalla Guardia di finanza di Catanzaro nel corso della maxi-operazione “Santa Fe”, iniziata all’alba del 17 giugno di quest’anno. Grazie all’inchiesta coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho e dall’aggiunto Nicola Gratteri, è stata stroncata un’intera organizzazione criminale dedita al narcotraffico internazionale che aveva le sue radici in Calabria ma importanti ramificazioni anche fuori dai confini nazionali, oltre che in diverse regioni del territorio italiano.
Gli agenti del Gico – il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata – della Guardia di finanza di Catanzaro hanno eseguito in tutto 34 arresti in Italia e 4 in Spagna. A finire in carcere sono stati i boss delle cosche Pesce di Rosarno e Alvaro di Sinopoli, massimi esponenti della ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, ma anche gli Aquino-Coluccio, “padroni” di Marina di Gioiosa Jonica. L’operazione condotta dalle fiamme gialle di Catanzaro, oltre ai numerosi arresti, ha anche consentito ai pm di dimostrare l’esistenza di alleanze e collaborazioni tra la ‘ndrangheta della Locride e quella dell’area tirrenica, che servendosi di container e barche a vela facevano girare fiumi di cocaina proveniente dal Sud America.
Ben 4 le tonnellate di polvere bianca sequestrate dagli agenti della Guardia di finanza nel corso dell’operazione “Santa Fe”, insieme ad un ingente patrimonio costituito da beni immobili, quote societarie, ditte individuali e beni mobili di lusso; la Direzione distrettuale antimafia ha arrestato anche un latitante.
La maxi-operazione “Santa Fe”, conclusasi con grande successo, era partita dall’inchiesta “Buongustaio” e faceva parte di un’altra importante indagine condotta dalla Dea americana, l’operazione “Angri Pirate”, nel corso della quale era emerso che i fornitori di cocaina erano gli stessi delle famiglie mafiose calabresi, le uniche a godere di una fiducia totale da parte dei narcos colombiani. Le 4 tonnellate di cocaina sequestrate durante l’operazione avrebbero fatto guadagnare alla ‘ndrangheta all’incirca un miliardo di euro.