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\”Pulizia, trasparenza, buone pratiche: questo chiedono gli Italiani! Il livello di guardia si sta alzando, pericolosamente. La gente  stufa di sentire queste notizie, non ne può più di vedere corruzione ovunque. Abbiamo bisogno di Isituzioni pulite e trasparenti, per poter superare questo momento di crisi economica, politica e morale\”

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Fonte: ADNKronos – E\’ di 15 persone arrestate il bilancio di una importante operazione avvenuta questa mattina nella Locride contro la ndrina dei Commisso. L\’indagine, denominata \’La Falsa Politica\’, ha permesso di documentare l\’interesse della cosca per le vicende politiche locali svelando l\’esistenza di intrecci tra \’ndrangheta e politica.

Tra le persone arrestate dalla squadra mobile di Reggio Calabria, del Commissariato di Siderno e del Servizio centrale anticrimine di Roma,figurano infatti anche l\’ex consigliere regionale Cosimo Cherubino, l\’ex consigliere provinciale di Reggio Calabria Rocco Agrippo e il consigliere comunale di Siderno Domenico Commisso, la cui presenza all\’interno degli enti territoriali era funzionale agli interessi della cosca mafiosa. A tutti viene contestato il reato di 416 bis ovvero associazione mafiosa. Le indagini sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Cherubino in carica con la legislatura Loiero, eletto nelle fila dello Sdi, si è ricandidato alle ultime elezioni cambiando casacca (confluito nel Pdl) ma non è stato riconfermato. Anche in passato aveva avuto disavventure giudiziarie per gli intrecci tra politica e \’ndrangheta ma venne assolto al processo. Agrippo, ex consigliere provinciale di Reggio Calabria originario di Maria di Gioiosa Jonica, ha ricoperto il ruolo di assessore al patrimonio fino al luglio 2010. Poi, subito dopo l\’operazione \’Crimine\’ in cui in un\’intercettazione si parlava di lui, si dimise per opportunità. In una conversazione veniva indicato come \’\’un politico piazzato per fare gli interessi altrui\’\’.

Secondo quanto è emerso, era proprio la cosca a dare il permesso per le candidature. In particolare gli esponenti della politica di Siderno andavano nella lavanderia di Giuseppe Commisso noto come \’il mastro\’ per chiedergli \’\’il permesso di candidarsi\’\’ e per \’\’racimolare i consensi del clan necessari per la sua elezione\’\’. Gli investigatori ritengono di avere dimostrato che il Comune di Siderno era \’\’appannaggio della cosca e solo con il consenso del mastro era possibile candidarsi, con le ovvie conseguenze in termini di libertà di scelta degli amministratori pubblici\’\’.

Nel corso dell\’attività investigativa è emerso inoltre che gli appartenenti delle cosche mafiose escludevano una propria manifestazione esterna per non compromettere il buon esito delle operazioni elettorali -pena l\’esposizione dei propri candidati a controlli di tipo investigativo- dovendo operare occultamente alle loro spalle. Significative le parole di Giuseppe Commisso \’u mastru\’ che ha dato il nome all\’operazione di polizia: \’\’Gli dobbiamo usare la falsa politica a questi qua…\’\’.

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