Sono consigliere comunale a Volvera, provincia di Torino. Essere amministratori pubblici in un paese della provincia spesso costa fatica. Si lavora – e tanto – in prima persona, per realizzare piccoli e grandi progetti, ma anche per montare e smontare quanto occorre per la festa del paese. Lontani dalla brutta politica, dai privilegi ingiustificati, senza auto blu, con uno “stipendio” che non copre neppure il costo delle telefonate o della benzina impiegata per svolgere il proprio compito. Sono tanti, in Italia, le donne e gli uomini delle Istituzioni che vivono la politica davvero come un servizio, regalando tempo e denari.
Ci sono però occasioni importanti, in cui il pensiero deve andare oltre la propria cittadina, allargarsi fino ad abbracciare l\’intera Nazione. Uno di questi è stata la festa del 17 marzo, anniversario della proclamazione dell\’Unità di Italia. Ho scritto un intervento per il Consiglio Straordinario in occasione della ricorrenza: sulla falsariga della recente trasmissione di Roberto Saviano e Fabio Fazio, ho voluto redigere un mio “elenco” personale dei cittadini italiani che mi rendono orgoglioso dell\’unità della Patria. Fra loro, vi sono Marisa e Pino Masciari, due persone alle quali va tutta la mia gratitudine.
ELENCO PARZIALE, INCOMPLETO, OPINABILE E DEL TUTTO SOGGETTIVO DELLE PERSONE CHE MI CONVINCONO CHE L\’ITALIA UNITA SIA UNA BUONA CONQUISTA.
Erano originari della vicina Lombardia Giorgio Ambrosoli, che pagò con la vita il rispetto della legge nella vicenda del Banco Ambrosiano, e Giorgio Perlasca, che in Ungheria salvò la vita a circa 5000 ebrei durante il nazismo. E\’ milanese Fabrizio Gatti, che secondo la mia modesta opinione è fra i migliori giornalisti italiani.
Il Veneto diede i natali a Tina Anselmi, partigiana, parlamentare e primo Ministro donna della Repubblica, e a Don Luigi Ciotti, instancabile fondatore del gruppo Abele, di Libera e di numerose altre associazioni. Era nato in Veneto anche Guido Rossa, sindacalista della CGIL ucciso dalle Brigate Rosse a Genova.
Era valdostano il signor Pierlucio Tinazzi: durante l\’incendio nel traforo del Monte Bianco nel 1999 riuscì a portare in salvo 10 persone prima di morire a sua volta nel rogo. Fra i liguri amo ricordare Fabrizio De Andrè, poeta e cantante degli emarginati, Giuseppe Dossetti, intellettuale e membro della Costituente, e Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica.
In Trentino Alto Adige nacque Alcide De Gasperi, primo Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana e considerato oggi uno dei padri dell\’Unione Europea insieme a Schuman ed Adenauer.
Era friulano Fabio Luzzatto, uno fra i 16 professori universitari che nel 1931 rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo: solo 16 su oltre 1200 accademici.
Nacquero in Emilia Romagna il regista Pier Paolo Pasolini e la parlamentare Nilde Jotti, per lunghi anni Presidente della Camera dei Deputati. Dalla Toscana hanno origine invece il regista e attore Roberto Benigni e l\’astrofisica Margherita Hack, ed era toscano Piero Calamandrei, giurista e membro dell\’Assemblea Costituente, i cui scritti sono di una attualità sconcertante.
Era marchigiana Maria Montessori, profonda innovatrice della pedagogia, mentre l\’Umbria diede i natali ad Aldo Capitini, antifascista, fra i primi in Italia a studiare il pensiero gandhiano e a teorizzare la pratica della nonviolenza.
Dal Lazio hanno origine tante persone che hanno segnato la vita italiana. Fra tutti, desidero citare Ilaria Alpi, giornalista libera, che non ebbe paura di rischiare la vita per raccontare una storia scomoda per i potenti di turno. Assieme a lei fu ucciso Miran Hrovatin, operatore video, triestino.
Come lei è un giornalista anche Roberto Saviano, campano, che vive sotto scorta per aver tolto alla camorra un pezzo del velo di silenzio che la protegge. E\’ concittadino di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica e attuale garante della Costituzione Repubblicana.
Era abruzzese il giudice Emilio Alessandrini, che indagava a Milano sul terrorismo, e che per questo fu ucciso da un “commando” di Prima Linea. Del Molise era originario Antonio Cardarelli, medico innovatore e senatore del Regno d\’Italia.
L\’antifascista fondatore del movimento Giustizia e Libertà Gaetano Salvemini era nato in Puglia, mentre era lucano un altro grande antifascista, economista e ministro del Regno, Francesco Saverio Nitti.
Ricordo volentieri tre calabresi che lottano contro la \’ndrangheta: il giudice Nicola Gratteri, e l\’imprenditore Pino Masciari: assieme alla moglie Marisa decise di denunciare i propri estorsori, e minacciato di morte dovette lasciare la sua terra e vivere nascosto per la propria sicurezza. Persone come loro sono di esempio per ogni italiano.
Anche in Sicilia è d\’obbligo ricordare le vittime di mafia: Falcone e Borsellino, ma anche Don Pino Puglisi, Giuseppe Impastato, Rosario Livatino per citarne alcuni. Non è giusto però ricordare Calabria e Sicilia solo per la criminalità organizzata: in Calabria nacque Nicola Calipari, funzionario dello Stato ucciso in Iraq dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, mentre era siciliano Giorgio La Pira, membro della Costituente e Sindaco della città di Firenze.
Era sarda la poetessa premio Nobel Grazia Deledda, ed era sardo Enrico Berlinguer: non sono mai stato iscritto al suo partito, ma credo che chiunque debba riconoscergli l\’alta statura politica.
Infine, i piemontesi. Mi riesce difficile fare una scelta fra i tanti originari della nostra regione che meritano di essere ricordati in occasione dell\’Unità d\’Italia. E\’ torinese Rita Levi Montalcini, è alessandrino il procuratore Gian Carlo Caselli, era di Saluzzo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, per citarne solo alcuni. Desidero però nominare un personaggio minore, poco noto agli onori delle cronache: Lia Varesio, che ha dedicato 53 anni della propria vita al volontariato con le persone senza fissa dimora di Torino. Insieme a lei, tanti volontari di tutta Italia ogni giorno silenziosamente rendono migliore la nostra società.
Come ho detto è un elenco parziale, incompleto e soggettivo, ma riflettendo sulla vita e sull\’esempio di queste persone sono lieto di essere, come loro, cittadino italiano.