\”E\’ stato un anno davvero amaro il 2012. Sono 150 le vertenze aperte che coinvolgono 180mila lavoratori: dalla Sardegna alla Puglia, dalla Sicilia alla Lombardia. L\’Italia è diventata un gigantesco serbatoio di precarietà: la crisi ha colpito duro e la politica ha mostrato tutti i suoi limiti, governo tecnico incluso. Sono 700mila i co.co.pro. che rischiano di essere buttati in mezzo ad una strada. I dati sulla disoccupazione italiana, sono allarmanti. I senza lavoro nel nostro Paese sono circa 2,9 milioni registrando un tasso dell’11,1% e una crescita su base annua del 28,9% (+644 mila unità). Le persone che vivono la precarietà sono 2,87 milioni, che se si considerano solo i dipendenti a termine si tratta del valore più elevato dal terzo trimestre 1993.
Siamo vicini al punto di non ritorno. Serve una svolta, lo diciamo con chiarezza da tempo. Basta demagogia e populismo, così come non sono più accettabili politiche fiscali tutte a carico dei ceti medi e popolari. Non vogliamo più l\’Italia degli evasori e dei mafiosi, dei corrotti e dei disonesti.
Stiamo rubando il futuro ai giovani. Adesso basta ! Il Paese ha bisogno di una nuova classe dirigente che sappia fronteggiare le sfide epocali che ci aspettano. Dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo e le nostre politiche di coesione sociale. Occorre coraggio. La gente deve partecipare alla cosa pubblica: pretendere il cambiamento e lottare per realizzarlo. Insieme possiamo vincere. Forza Amici miei\”