Ogni anno non posso non ricordare la notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1997, quando la mia vita e quella della mia famiglia subirono un irreparabile strappo.
Sono passati 26 anni, vissuti nell’incertezza e in un tempo sospeso, surreale. Un continuo altalenarsi di condizioni esasperanti: allontanamento necessario ma temporaneo o esilio senza fine? vivere o sopravvivere? scorta sì o scorta no? Diritto al lavoro o negazione dello stesso? Applicazione delle delibere e delle sentenze o libera interpretazione? …potrei continuare ancora nell’elenco dei paradossi, ma mentre questo gioco crudele si consumava io e la mia famiglia abbiamo lottato ogni giorno, credendo fermamente nelle nostre scelte di giustizia, perché nessuno potesse strapparci la speranza. Ma fino a quando? Tante delle mie speranze sono attualmente disattese, ma voglio ancora credere che possa arrivare il giorno in cui le Istituzioni dimostreranno con i fatti il valore inestimabile di ogni vita umana, della sua libertà, della sua dignità, del suo diritto al lavoro!