di Luca Zanetta (Presidio G.Fava)
Commosso commovente, davanti alla platea riunita nella palestra del liceo A. Antonelli, Pino Masciari racconta la sua storia di coraggio e legalità.
In un silenzio rispettoso gli studenti ascoltano l’imprenditore (disoccupato) calabrese mentre parla di come è giunto a scontrarsi con le richieste di pizzo della ‘Ndrangheta, del suo rifiuto e dell’addio alla sua terra, e a una vita normale.
Figlio d’arte (nonno e padre erano anch’essi imprenditori), Pino ha dovuto lasciare la propria impresa edile, una delle più importanti in Calabria, per il merito (e non la colpa) di aver fatto una scelta decisa: dire no alla mafia e alla sua schiavitù. Dal 1997 vive sotto scorta in località segrete, insieme alla moglie e ai suoi due figli: dopo anni di isolamento e di testimonianze nei processi in cui ha fatto condannare imputati di ogni rango sociale, Pino ha stretto amicizia con Libera (in particolare Libera Piemonte) e ha creato una rete che si estende in tutta Italia, fatta di persone che hanno a cuore la sua storia e il suo esempio: gli Amici di Pino Masciari.
E proprio la sua storia e la sua testimonianza dai toni vivaci, coinvolgenti, hanno saputo trasmettere un messaggio di rara potenza; un invito alla moralità e al senso civico, a non voltare le spalle davanti ai soprusi, a rimanere uniti, “fare rete” contro le mafie e a coltivare la speranza che le cose possano cambiare, soprattutto grazie ai sogni di noi giovani ancora studenti, che non abbiamo un passato, ma “solo un presente e un futuro” a cui dobbiamo guardare con fiducia.
“Organizzare il coraggio” quindi, per restare uniti e costruire insieme un Italia nuova, nel segno della legalità e della fiducia nello Stato.
Un abbraccio!
Grazie Pino,
ancora una volta ci hai dato una testimonianza grande! grazie alle persone come te non perderemo mai la speranza nella possibilità del cambiamento.
Mimmo Rossi