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(TMNews) – Tre anni di indagini, e il Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro, in collaborazione con il servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata di Roma e l\’ausilio di uomini del comando provinciale di Reggio Calabria, ha portato a termine l\’operazione denominata \”Imelda\” condotta nei confronti di una pericolosa ed agguerrita organizzazione criminale, con base in Calabria e ramificazioni in Lombardia e Germania specializzata nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

L\’importanza dell\’operazione, secondo quanto accertato – è testimoniata non soltanto dai rilevanti carichi di cocaina ricondotti al sodalizio o dall\’altrettanto rilevante numero di pericolosi affiliati alla \’ndrangheta assicurati alla Giustizia, molti dei quali latitanti da diversi anni, ma soprattutto dall\’essere riuscita a colpire in tutti i suoi ranghi \”operativi\” ed \”organizzativi\” una pericolosa Holding criminale di livello internazionale. Un\’alleanza strategica tra le cosche della Locride e quelle della Piana di Gioia Tauro le quali, si sono tra loro coalizzate per assicurarsi, da un lato, l\’apertura di nuovi canali per l\’importazione, lo stoccaggio e lo smercio della cocaina proveniente dal Sud America, dall\’altro, la creazione, soprattutto in territorio estero, di basi operative e logistiche per la copertura di soggetti latitanti appartenenti alle medesime cosche.

Gli uomini del Goa di Catanzaro, hanno sviluppato la loro indagine seguendo contestualmente un duplice binario investigativo: il primo, finalizzato alla neutralizzazione del traffico internazionale di droga gestito dall\’organizzazione; il secondo, rivolto all\’individuazione e alla cattura di importanti esponenti del sodalizio che, sebbene in stato di latitanza, continuavano a porre in essere i loro affari illeciti in Italia e all\’estero. Fin da subito, la leadership criminale di Antonio Ascone, Bruno Pisano, Umberto Bellocco e Michele Ascone che, al vertice della componente tirrenica dell\’organizzazione, erano i promotori di un traffico internazionale di sostanze stupefacenti che vedeva interessati diversi paesi europei (Belgio, Germania ed Olanda) e con basi logistiche anche nel Nord Italia. Ma, secondo le risultanze della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, il vero reggente ed intermediario di tutto era il noto trafficante internazionale di droga, Bruno Pizza, arrestato di recente dopo una lunga latitanza, proprio in Germania dal Gico della Guardia di Finanza in collaborazione con la polizia tedesca.

Concluse le indagini sulla componente \”militare\” dell\’organizzazione che, fra l\’altro, hanno portato anche al sequestro di armi (9 pistole, una mitraglietta, 5 silenziatori, 18 caricatori e oltre 300 munizioni di vario calibro), i finanziari hanno condotto indagini economico -finanziarie sui patrimoni illeciti accumulati dai soggetti a capo dell\’organizzazione. Così, su richiesta sempre della Dda reggina, sono stati sequestrati beni per oltre 5 milioni di euro, assestando un altro duro colpo alle \’ndrine calabresi.

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