Pino Masciari sarà oggi, mercoledì 23 marzo alle ore 21, ospite del Circolo del PD di Lissone (Monza) in Via Indipendenzza n. 9, per presentare il libro \”Organizzare il Coraggio. La nostra vita contro la \’ndrangheta\” (AddEditore) scritto insieme alla moglie Marisa.
“Vorrei che provaste ad immedesimarvi per un momento in quella che è stata la nostra vita: pensatevi chiusi in una casa che non è vostra, in un luogo che non conoscete, dove non conoscete nessuno, e dove vi dovete nascondere perché non potete dire chi siete veramente, neanche al vicino di casa. Pensateci, vorrei che per un attimo vi diceste: io da domani mattina sono in un altro posto, in un posto che per me è come avere il nulla interno. Io da domani non posso usare il mio nome. Io da domani non sono più nessuno” (da \”Organizzare il Coraggio\”).
Quanto costa in termini di sacrifici economici ed umani denunciare un’organizzazione criminale! E’ spesso facile dire omertà, puntare il dito contro chi non parla. Può diventare una vita molto complicata se si decide di denunciare le organizzazioni criminali: comporta dei costi altissimi, l’onere da pagare può diventare insopportabile.
La storia che vi proponiamo è quella di una coppia di imprenditori calabresi, Pino e Marisa Masciari. Nel 1994 trovano qualcuno disposto a raccogliere le loro denunce: la ‘ndrangheta li accerchia, impedisce loro di lavorare, li vessa. Ma non c’è solo la malavita perché se questa pretende il 3 per cento sugli appalti, la politica vuole invece il 6. Pino Masciari racconta tutto e deve andarsene dalla Calabria ed entrare nel Programma di protezione speciale.
L’inchiesta Infinito che nell’estate del 2010 ha fatto luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Brianza, ci impone di non nascondere la testa sotto la sabbia, di tenere alta la guardia, di fornire informazioni e testimonianze di chi la criminalità organizzata l’ha vissuta sulla propria pelle. In Brianza molti non hanno ancora la consapevolezza di ciò che sta accadendo, tendono ancora a sminuire la situazione. Sappiamo bene, invece, che molti esercenti sono vittime di strozzini ed estorsori, ma non hanno il coraggio di ribellarsi. Altri ancora, sono convinti che grazie a questi criminali, possono addirittura guadagnarci e trarre benefici, diventandone complici.
La situazione è molto delicata: ribellarsi e denunciare, opporre subire i soprusi e accettare i ricatti? Il senso civico imporrebbe di denunciare tutto, ma non tutti riuscirebbero a sopportare il peso di una scelta così drastica.