La mappa dei reati e il territorio. Il Ministero dell\’Interno ha fornito i dati degli episodi delittuosi commessi nei confronti delle imprese, nel primo semestre 2010, e l\’Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) ha stilato un rapporto.
Ebbene, nel quadro generale il Vibonese non figura ai primi posti (è 43esimo) tra le province peggiori, preceduto da Reggio Calabria (20esima) e Catanzaro (37esima), salvo che per i danneggiamenti a mezzo incendio. In questo caso, infatti, il territorio si piazza al secondo posto, subito dopo Caltanissetta, con 77 reati denunciati pari al 5,28 a livello nazionale, mentre su scala regionale la nostra provincia porta, purtroppo, il \”vessillo\” seguita comunque, a stretto giro, da Reggio Calabria (terzo posto), Catanzaro (sesto), Crotone (ottavo) e Cosenza (14esimo).
Un dato questo relativo ai danneggiamenti con incendio che invita alla riflessione, soprattutto se paragonato al 51esimo posto del Vibonese (6 episodi, pari a 0,41%) nella graduatoria delle estorsioni. Generalmente, salvo i numerosi roghi appiccati per altri motivi (dallo sgarbo alla truffa), l\’incendio rappresenta uno dei passaggi \”propedeutici\” alla richiesta della mazzetta. Per cui se il numero degli incendi ad attività commerciali e ditte in genere piazza il territorio al secondo posto, a una prima lettura dei dati, potrebbe apparire al quanto strano che per la richiesta del pizzo la provincia sia a metà classifica. Invece tanto strano non è se si parte da una considerazione di fondo, e cioè che i dati del ministero dell\’Interno si riferiscono ai reati denunciati o, per esempio nel caso degli incendi, tanto eclatanti da non poter fare finta di niente. In altre parole un negozio o un\’impresa danneggiata da un rogo non può nascondersi, si può invece denunciare o meno la richiesta della mazzetta.
Vista in quest\’ottica, dunque, la situazione non appare delle più tranquille nonostante il pressing, effettuato negli anni e anche ancora in corso, delle forze dell\’ordine sugli ambienti criminali del Vibonese. In particolar modo negli anni passati il mondo imprenditoriale e commerciale vibonese ha avuto molte opportunità di ribellione. Le condizioni ci sono state tutte, ma le reazioni dei soggetti che con una denuncia avrebbero potuto liberarsi dal pesante giogo del racket sono state sporadiche. Ancora oggi possono contarsi sulle dita di una mano.
Nella graduatoria del rapporto stilato dall\’Anfp una delle posizioni migliori della provincia (penultimo posto con 26 episodi pari a 1,78%) si trova nella voce relativa ai furti negli esercizi commerciali. Insomma nel Vibonese si ruba poco nei negozi anche perché, in molte occasioni, al furto si \”preferisce\” la rapina.
Scorrendo le altre voci del rapporto dell\’Associazione nazionale funzionari di polizia si scopre che nel territorio è anche al quanto attiva la forma di reato relativa alle truffe e alle frodi informatiche. In questo caso la provincia di Vibo Valentia viene piazzata al 32esimo posto con 115 episodi, pari a 7,89% – preceduta da quelle di Reggio e Catanzaro –. Infine si risale vertiginosamente in cima alla classifica (12esimo posto) per i reati di ricettazione: 39 nel primo semestre 2010, pari al 2,67%.
tratto da La Gazzetta del Sud