Si è conclusa la latitanza di Francesco Restuccia 42 anni, originario di Cosoleto, indicato come appartenete alla cosca Alvaro, ricercato dal novembre 2009. I carabinieri lo hanno arrestato nell’abitazione di parenti nella serata di martedì (ma la notizia è stata comunicata mercoledì mattina). Restuccia era evaso dagli arresti domiciliari cui era sottoposto nella clinica Villa Elisa di Cinquefrondi, facendo perdere le proprie tracce.
Nel luglio 2008 Restuccia era stato tratto in arresto insieme ad altre 7 persone dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione denominata “Attacco incrociato” (provvedimento della DDA di Napoli) per il delitto di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Nel novembre 2009 aveva ottenuto la sostituzione della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari in un luogo di cura per motivi di salute che lo rendevano incompatibile con il regime carcerario. Era stata così individuata la struttura medica di Villa Elisa nella quale era rimasto appena un giorno prima di darsi alla macchia.
Nel gennaio 2010 sette imputati dell’operazione “Attacco incrociato” sono stati condannati in abbreviato dal Gup di Reggio Calabria. L’indagine aveva inferto un duro colpo al narcotraffico internazionale gestito in sinergia da ‘ndrangheta e camorra. Si trattava in particolare delle relazioni tra la cosca Alvaro operante a Cosoleto ed il clan Di Lauro operante nel quartiere di Scampia. Dalle attività investigative sarebbero emersi rapporti degli arrestati con malavitosi che si trovavano in Spagna mediante i quali pianificavano, ed in diverse occasioni riuscivano a portare a termine, spedizioni di cocaina provenienti dal Sud America.
Restuccia avrebbe svolto il ruolo di coordinatore delle attività di intermediazione e, pertanto, era stato condannato alla pena di 14 anni di reclusione e 20 mila euro di multa; pene più o meno dello stesso tenore anche per gli altri 6 condannati. Restuccia è considerato dagli inquirenti personaggio di altissimo interesse operativo, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza. A suo carico diversi precedenti di polizia e penali per diversi reati che vanno dalla truffa al falso, a reati in materia di armi e di stupefacenti. Era stato anche tratto in arresto nel 1999 su ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione denominata “Prima” per il delitto di associazione mafiosa, accusa dalla quale era stato assolto. I carabinieri lo hanno localizzato a Santa Cristina d’Aspromonte nell’abitazione di un parente, dove si era poco prima recato per incontrare alcuni familiari. All’interno di un garage. Ha tentato invano di fuggire, appena i militari sono entrati, verso le campagne circostanti, ma vistosi accerchiato si è arreso senza opporre resistenza.
tratto da Il Giornale di Calabria