Beni per complessivi 9 milioni di euro sono stati sequestrati, ieri, alla famiglia Pellegrino di Bordighera, ritenuta vicina alla criminalita\’ organizzata e, in particolare, alla \’ndrangheta. L\’operazione, che ha visto impegnati uomini della Dia e carabinieri e\’ scattata, alle 8. Decine di uomini hanno fatto irruzione nelle tre ville, di localita\’ Montenero, a Bordighera (Imperia), appartenenti alla famiglia di noti imprenditori del settore scavi e movimento terra. Si e\’ trattato di un sequestro anticipato di tutti i beni riconducibili ai fratelli: Michele, Giovanni, Maurizio e Roberto Pellegrino.
La famiglia Pellegrino, gia\’ coinvolta nella vicenda che ha comportato lo scioglimento, nel marzo di quest’anno, del consiglio comunale di Bordighera, per infiltrazioni e condizionamenti da parte della criminalità organizzata, aveva assunto (secondo la Dia) una posizione egemone nel settore imprenditoriale degli scavi e del movimento terra, arrivando ad aggiudicarsi appalti e subappalti anche nei lavori pubblici.
IL SEQUESTRO
Ville, oliveti, auto di lusso, escavatori e pure un locale notturno. E\’ un tesoretto quello sequestrato dalla Dia, la direzione investigativa anti-mafia, al clan Pellegrino nel corso di una articolata e lunga indagine che ha visto approfondire la storia della famiglia per quasi vent\’anni. Il valore dei beni sequestrati ammonterebbe a circa 9 milioni di euro. Nell\’ordine, si tratta di 18 terreni, 9 fabbricati, 11 auto, 2 moto, 11 autocarri, 4 partecipazioni a quote societarie e un locale notturno. Il patrimonio, secondo quanto spiegato dal colonnello Luigi Marra direttore della Dia, sarebbe riconducibile ai fratelli Pellegrino, Giovanni e Maurizio (attualmente detenuti), Michele e Roberto. Le attività svolte dalla Dia hanno fatto emergere la continuità dei Pellegrino con soggetti ritenuti affiliati alla \’ndrangheta ed in particolare alle cosche Santaiti – Gioffre\’ di Seminara in provincia di Reggio Calabria.
Secondo quanto spiegato dal procuratore capo di Genova Vincenzo Scolastico, i Pellegrino avevano l\’egemonia degli appalti edili nel ponente ligure soprattutto nel settore della movimentazione terra. Per questo la Dia ha provveduto a togliere loro la gestione delle aziende di famiglia che sono stati affidate a un commercialista nominato dal tribunale. Sempre nell\’ambito dell\’operazione di sequestro dei beni la Dia ha chiesto nei confronti dei quattro Pellegrino l\’obbligo di dimora nel comune di Ventimiglia, dove hanno la residenza.
Il commento del Colonnello dei Carabinieri Luigi Marra, della DIA di Genova:
Obbiettivi della DIA e indagini nel Ponente ligure.
Uno degli obiettivi principali della DIA è l\’individuazione di patrimoni accumulati da organizzazioni criminali, che fungono anche da riciclaggio di denaro proveniente da attività illeciti. Il modo di conseguire questo obiettivo è o la misura di prevenzione oppure nell\’ambito di un procedimento penale. Oggi stiamo giostrando un\’attività di prevenzione, nel Ponente, nei confronti di una famiglia che è stata agli onori della cronaca nella zona. Il provvedimento è il frutto di una attività che si è sviluppata in oltre un anno di lavoro. Le indagini per l\’individuazione di questi patrimoni sono particolarmente complesse e delicate. Noi siamo riusciti a ricostruire i flussi finanziari di queste persone.
Le attività e gli appalti dei Pellegrino, lo scioglimento del consiglio comunale di Bordighera
Erano impegnati soprattutto in subappalti banditi dalla pubblica amministrazione. I Pellegrino avevano raggiunto quasi il monopolio per la gestione del movimento terra nella zona di Ventimiglia e Bordighera. Si collegano allo scioglimento del comune di Bordighera per infiltrazione mafiose perché ‘proprio le attività svolte inizialmente dai Carabinieri , a seguito di denunce ricevute, hanno permesso di poter arrestare, e fare rinviare a giudizio dalla Procura competente, alcuni dei componenti della famiglia. Sempre a seguito di quelle attività sono emersi quegli elementi che hanno indotto il Presidente della Repubblica ad emettere il decreto di scioglimento.
I collegamenti con la Calabria
I Pellegrino sono originari di Reggio Calabria, trapiantati qui da anni, hanno sempre svolto l’attività di imprenditori. Noi riteniamo che in queste attività sia confluito del denaro provenienti da attività illecite svolte in Calabria.
Patrimonio sequestrato
Abbiamo sequestrato un patrimonio che secondo le nostre stime, in attesa della valutazione dell’amministratore, si aggira sui 9 milioni di euro tra terreni, appartamenti, auto e anche dei conti correnti.
tratto da Riviera24.it