Fonte: Claudio Cordova per Strilli.it
Undici imputati, un processo lungo un anno, trenta udienze, sessanta volumi di trascrizioni di intercettazioni telefoniche, per un totale di undicimila pagine. Volge al termine il processo “Artemisia”, celebrato contro i presunti esponenti
della ‘ndrangheta di Seminara: domani, infatti, il pubblico ministero Roberto Di Palma esporrà in aula, al cospetto della Corte d’Assise di Palmi, la propria requisitoria. Il procedimento nasce dall’omonima operazione dei Carabinieri, che nell’aprile 2009 arrestarono oltre trenta persone accusate, a vario titolo, di appartenenza alla ‘ndrangheta. Il blitz dei militari dell’Arma giunse a conclusione di una complessa attività investigativa condotta dalla Compagnia di Palmi tra il 2007 e il 2008: fu, in particolare, il Tenente Mario Ricciardi (più volte escusso in aula) a coordinare il ristretto, ma assai operativo manipolo di investigatori.
Nella propria requisitoria, dunque, il pm della Dda Di Palma, che da anni indaga sulle attività delle cosche della Piana di Gioia Tauro e dei luoghi limitrofi, ricostruirà il proprio quadro accusatorio, portando sul tavolo dei giudici intercettazioni telefoniche e riscontri investigativi. Tra le accuse contestate agli imputati, peraltro, vi è anche un omicidio, quello di Silvestro Galati, e un duplice tentato omicidio, di Antonio Caia e Carmelo Romeo. L’indagine “Artemisia” è l’ideale prosecuzione di un’altra indagine del pm Di Palma, denominata “Topa”, che andò a colpire (con condanne anche in primo grado) le infiltrazioni della famiglia Gioffrè nel Comune di Seminara.
Quello che domani Di Palma andrà a discutere è lo stralcio che riguarda i soggetti che hanno scelto di essere giudicati con la formula del rito ordinario. In abbreviato, invece, la ‘ndrangheta di Seminara è già stata punita con diciannove condanne (solo tre le assoluzioni) per un totale di oltre 150 anni di carcere.