“Stiamo lavorando per contestare a Cosimo Alvaro anche il reato di associazione mafiosa”. La rivelazione è stata fatta, due giorni fa, dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso della conferenza stampa indetta per dar conto dell’arresto del latitante Alvaro, ricercato dal 23 giugno del 2010, allorquando si era sottratto all’arresto del Ros dei Carabinieri. E’, in particolare, un’attività della Squadra Mobile sulla Piana di Gioia Tauro che potrebbe fornire lo spunto alla Dda di Reggio Calabria per contestare ad Alvaro, 47enne rampollo dell’omonima cosca di Sinopoli, il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Nell’indagine “Meta”, curata dal pm Giuseppe Lombardo, Alvaro, infatti, risponde “soltanto” di estorsione e intestazione fittizia di beni patrimoniali: entrambi i reati, comunque, sono aggravati dalle modalità mafiose.
Il pm Lombardo sta inoltre valutando (e lo farà insieme ai vertici dell’Ufficio di Procura) la possibilità di richiede l’attivazione del 41bis (il carcere duro) nei confronti di Alvaro. La richiesta che, comunque, è ancora da formalizzare e, in ogni caso, dovrà poi essere valutata ed eventualmente accettata o rifiutata, sarebbe dettata dalla volontà di impedire il più possibile i contatti con il mondo esterno di colui il quale sarebbe l’uomo capace di interfacciarsi con il mondo dell’imprenditoria e della politica reggina. Cosimo Alvaro, peraltro, è figlio di quel Mico Alvaro, oggi deceduto, che avrebbe avuto un ruolo decisivo affinché le cosche di Reggio Calabria ponessero fine alla seconda guerra di mafia che imbrattò di sangue la città tra il 1985 e il 1991.
Oltre ai presunti rapporti con gli allora consiglieri comunali Manlio Flesca e Michele Marcianò (siamo nel 2007) e quelli con l’imprenditore Salvatore Mazzitelli, Alvaro, peraltro, avrebbe partecipato, insieme all’allora sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, oggi Presidente della Giunta Regionale, al ricevimento tenuto presso il ristorante “Villa Fenice” di Gallico, per i festeggiamenti relativi al 50° anniversario di matrimonio dei genitori dei fratelli Barbieri, entrambi coinvolti, con l’accusa di appartenenza alla ‘ndrangheta nell’operazione “Meta”. Una circostanza che sarebbe confermata dalle intercettazioni captate del Ros sulle utenze dei fratelli Barbieri in cui si fa riferimento alla presenza sia di Flesca, sia del sindaco Scopelliti al ricevimento: una circostanza, peraltro, confermata dallo stesso Flesca in sede interrogatorio. Stando alle videoriprese effettuate dal Ros la sera del 15 ottobre 2006, Scopelliti si sarebbe recato presso “Villa Fenice”, a bordo della Lancia K, intestata alla Questura di Roma, con tanto di lampeggiante e scorta annessa.
E a quel ricevimento avrebbe partecipato anche Cosimo Alvaro, detto “Pelliccia”, tratto in arresto due giorni fa, in un casolare di Rizziconi, dalla Squadra Mobile e dei Commissariati di Palmi e Gioia Tauro. Secondo fonti investigative, Alvaro stava per essere inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi. Pur non essendo, dunque, gravato da condanne definitive per mafia o per fatti di sangue, la Dda potrebbe chiedere nei suoi confronti l’attivazione del regime di carcere duro, con la possibilità che Alvaro affronti il processo “Meta”, per il quale è stato, nelle scorse settimane, rinviato a giudizio, in regime di 41bis.
articolo di Claudio Cordova per Strilli.it