Niente da fare, come sta avvenendo per tutti i fermati nell\’Operazione Maglio 3 il Tribunale del Riesame si è espresso negativamente circa l\’eventuale scarcerazione. Dopo il responso negativo su Michele Ciricosta e Benito Pepè, oggi il legale Marco Bosio deve prendere atto che stesso parere è stato espresso per i fratelli Fortunato e Francesco Barilaro.
Circa 40 le pagine che spiegano la motivazione dietro la decisione espressa dal tribunale delle libertà, oltre alla giurisprudenza pura, il concetto che traspare è il perseguimento della tesi dell\’associazione mafiosa per via di quelle riunioni tra loro e gli altri coinvolti e per il contenuto di esse. Di parere opposto il difensore dei quattro che aveva sostenuto come non vi fossero i gravi indizi di colpevolezza necessari a giustificare la reclusione in carcere e nemmeno le condizioni di salute cagionevoli dei quattro hanno influito a favore dell\’avvocato Bosio e dei suoi assistiti.
L\’operazione che portò in provincia di Imperia a questi 4 arresti era scattata lo scorso 27 giugno oltre che sulla nostra provincia anche su quella di Genova e La Spezia, dove i Carabinieri del R.O.S., coordinati dai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, avevano eseguito le Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Genova, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. Al termine dell\’operazione furono portati in carcere 12 indagati per il reato di associazione di tipo mafioso, in quanto ritenuti gli esponenti di vertice di proiezioni delle cosche della ‘ndrangheta reggina in Liguria.
I provvedimenti scaturirono da un’articolata manovra di contrasto, avviata dal ROS nel 2008, che ha documentato le dinamiche associative dei locali liguri di Genova, Lavagna (GE), Ventimiglia (IM) e Sarzana (SP) che, mutuando il modello organizzativo dell’area calabrese di origine, operavano sull’intero panorama ligure sotto il coordinamento criminale del capolocale di Genova Gangemi Domenico, il quale dirigeva e organizzava il sodalizio assumendo le decisioni più rilevanti, comminando sanzioni agli altri associati a lui subordinati, dirimendo i contrasti interni ed esterni al sodalizio e curando i rapporti con le altre articolazioni dell’organizzazione.
Parallelamente a questa operazione rimasero coinvolti anche il Consigliere Regionale ed ex vice Sindaco di Imperia, Alessio Saso, romano di origine ma residente da anni nel capoluogo. Per Saso c\’era stato il sospetto della violazione del Dpr 16560 numero 560 articolo 86, meglio conosciuto come \’voto di scambio\’ che, tecnicamente, può essere contestato solo sotto elezioni. Un altro politico imperiese coinvolto era Vincezo Moio, ex vice Sindaco di Ventimiglia, che già nei mesi scorsi era stato invischiato in una vicenda legata al voto di scambio. Adesso l\’avvocato Bosio ha a disposizione 10 giorni di tempo per ricorrere ulteriormente in Cassazione. Un\’ipotesi che lo stesso legale ha detto di voler vagliare ma sulla quale non si sente ancora di dar conferma.
tratto da www.sanremonews.it