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Gioia Tauro. Operazione ‘Caucedo’ come il porto di Santo Domingo cui avrebbe dovuto approdare il più grande carico di Cocaina mai sequestrato in Europa. Cinque arresti sono stati eseguiti e trecento chili di polvere bianca purissima sono stati infatti intercettati dalla Guardia di Finanza nel porto di La Spezia. Il carico illecito tornava in Liguria dopo avervi fatto già tappa e avere lambito, dunque eludendo i controlli, anche il porto calabrese di Gioia Tauro e quello di Genova. Fatale è stato lo smistamento dei panetti nel comune di Aulla di Massa Carrara, punto strategico per la distribuzione in Nord Italia, Germania e mezza Europa, presso un mobilificio in località Pallerone.

Da Medellin, nella zona occidentale della Colombia, a Santo Domingo, questa la tratta prima di incappare nelle Fiamme Gialle. 750 panetti di cocaina marchiati con dama e scorpione, una nuova banda dei narcos, dal valore di circa 300 milioni di euro. Insieme alla coca, l’Agenzia delle dogane e le Fiamme Gialle, coordinate dal capo della Dda Vincenzo Scolastico e dalle procure spezzine e genovesi, hanno trovato una decina di chilogrammi di hashish e hanno sequestrato 300mila euro in contanti.

Arrestate cinque persone cui è stato contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti: Cristiano Cargiolli, 38 anni, nato a Fivizzano (Massa Carrara), ma residente a Madrid, Juan Carlos Romero Perez, 48 anni, spagnolo residente a Madrid, Alfredo Radisca, 34 anni, di Avellino, Alessandro Benucci, 36 anni, residente a Vimercate, Juan Pablo Ramirez Carvajal, 26 anni, nato a Medellin.

Nel deposito, cui avveniva lo smistamento, trovate autovetture di lusso, ma anche un paio di Smart, con targa tedesca, che erano state modificate con dei doppifondi comandati a distanza da un congegno elettronico.

Un’irruzione anche nella villa di Porto Raphael dell’imprenditore toscano Cargiolli, a due passi da Palau in Costa Smeralda, conosciuto in zona per il commercio di auto di lusso e da alcuni anni residente in Spagna, dove ha alcune partecipazioni in numerose società, così le Fiamme Gialle hanno operato per procedere agli arresti. Bloccato addirittura l’aereo che stava portando a Praga, Gradisca, originario di Avellino e fermato quindi a Orio al Serio mentre aveva in dosso circa 170mila euro in contanti.

La Colombia ed il quartier generale del narcotraffico internazionale in Calabria rappresentano tappe del viaggio della polvere bianca cui ormai sono andati ad aggiungersi anche il Messico come punto di partenza e gli altri porti Italiani come punti di snodo. La recente operazione lo conferma. Lo stesso Nicola Gratteri della DDA di Reggio Calabria parla da tempo di carichi di polvere bianca dal Messico e dai paesi più a sud della Colombia suggellati alcuni anni fa con l’operazione “Solare” che produsse 207 arresti e il sequestro di 16 tonnellate di cocaina tra Italia, Usa, Messico e Guatemala.

Una dinamica ormai consolidata, sfuggita a questo giro anche al porto ‘blindato’ di Gioia Tauro. Dinamica fruttuosa e criminale, espressione della collaborazione tra la ‘Ndrangheta e il narcotraffico sudamericano, tutt’altro che insensibile all’attenzione dei gruppi paramilitari che in Colombia tengono alta la tensione. L’intreccio è complesso appunto perchè singole componenti fortemente invasive, radicate nel territorio colombiano, dove gruppi paramilitari tengono alta la tensione, sono entrate in contatto con le fila del crimine internazionale del narcotraffico, il cui quartier generale, nonostante non vi sarebbero affiliati tra le persone arrestate, rimane comunque in Calabria. Il cambiamento di rotta della polvere bianca, verso l’Italia della ‘Ndrangheta e non più di Cosa Nostra, d’altronde, è cosa non più tanto recente poiché è seguito all’arresto di Totò Riina e Pablo Escobar nel 1993.

tratto da ReggioTv.it

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