A Villa Sartirana di Giussano (MB) ancora echeggiano le parole forti ed emozionate di Pino Masciari, imprenditore calabrese e testimone di giustizia. Invitato dal presidio di Libera Giussano, ha raccontato, venerdì sera, a un pubblico attento la sua straordinaria esperienza di vita: imprenditore di un certo successo, dal 1994 Pino Masciari è costretto prima a una vita di esilio e isolamento per aver detto di no alla \’ndrangheta, poi a una vita di denuncia supportato da un rete di amici sempre più vasta e che condivide la sua lotta.
Punto di partenza di questa incredibile vicenda è la \’ndrangheta e i suoi tentativi di imporre le sue regole. Ma Pino racconta di essere uomo libero e in quanto tale di non volersi far soggiogare dal sistema mafioso. Chiude le sue aziende, piuttosto, e dopo qualche timido tentativo di ribellarsi a questi soprusi, incontra finalmente qualcuno disposto a raccogliere le sue denunce.
Fa nomi e cognomi, racconta tutto e non solo del sistema malavitoso che pretende il 3% sugli appalti pubblici, ma anche di politica che, invece, paradossalmente, ne chiede il 6. Parla di mafie intelligenti, che cercano e trovano affari con il sistema politico-istituzionale. Un mondo malavitoso forte, infiltrato nella cultura e nella vita di tutti i giorni e radicato anche qui, al Nord.
Radicato e non semplicemente infiltrato – occorre fare attenzione al valore delle parole – perchè se al sud i figli dei malavitosi si vedono imposta questa vita, al nord è stata accettata: silenzio, preoccupazione sono linfa vitale delle mafie, e così troviamo imprenditori, carabinieri, vigili, servizi segreti, che sono in realtà uomini al servizio delle cosche. Non è una novità, l\’eco dell\’operazione “Infinito” fortunatamente non è ancora svanito e Pino, allora, porta gli esempi delle famiglie mafiose qui radicate.
La sua storia prosegue con il racconto della partenza dalla sua terra, la Calabria, nel 1997 e l\’inizio del Programma di Protezione Speciale per Pino e la sua famiglia, la moglie e i suoi due bambini. Sembrerebbe l\’inizio di una nuova vita, ma Pino, ribadisce, è l\’inizio dell\’inferno; lui e la sua famiglia vivono in un limbo: non hanno un nome di copertura, non possono rientrare a casa, vengono spostati in località sempre diverse, sono senza scorta. Il coraggio di denunciare sembra si paghi in questo modo, con grande sofferenza, urlata dallo stesso Pino:
“Vorrei che provaste a immedesimarvi per un momento in quella che è stata la nostra vita: pensatevi chiusi in una casa che non è vostra, in un luogo che non conoscete, dove non conoscete nessuno e dove vi dovete nascondere perché non potete dire chi siete veramente, neanche al vicino di casa. Pensateci, vorrei che per un attimo vi diceste: io da domani mattina sono in un altro posto, in un posto che per me è come avere il nulla intorno. Io da domani non posso più usare il mio nome. Io da domani non sono più nessuno”.
Queste le parole tratte dal libro presentato durante la serata: “Organizzare il coraggio. La nostra vita contro la \’ndrangheta”. Ma nonostante questo, Pino continua ad avere fiducia nello Stato, a riconoscere che la denuncia è l\’unica strada per continuare ad essere uomini liberi: continua a fare nomi, anche oggi, facendo condannare malavitosi, politici e giudici.
Oggi Pino Masciari è uscito dal Programma di Protezione e vive, finalmente, alla luce del sole, seppur sotto scorta per l’elevato rischio di vita. Ha trovato sostegno nella società civile che si sta sempre più smuovendo e uscendo dall\’indifferenza. In molti, soprattutto giovani, ma anche fra le più alte cariche dello Stato, continuano a sostenerlo nella sua denuncia.
Le perplessità rimangono: come uscire dall\’indifferenza? Semplice: informandosi e senza lasciare che i temi della legalità vengano emarginati. Un esempio di lotta concreta alle mafie? Il presidio di Giussano, attraverso le parole di Diego Tenderini, annuncia l\’avvio di un progetto di educazione alla legalità presso la scuola media del comune di Giussano.
Per maggiori informazioni: http://www.pinomasciari.it/ e su facebook “Presidio Libera Giussano”
articolo scritto da Paola D\’Ambrosio per Leccoprovincia.it