Sette milioni di euro sequestrati a due imprenditori prestanome del clan Cordì di Locri e 18 milioni sottratti al clan Pesce di Rosarno. Questi i risultati di due operazioni contro la \’ndrangheta condotte ieri dalle forze di sicurezza in Calabria.
La polizia ha sequestrato un patrimonio di sette milioni di euro a due imprenditori prestanome dei Cordì, i fratelli Antonio e Francesco Tallura, secondo quanto riferisce la questura di Reggio Calabria.
Il clan Cordì è risultato coinvolto nell\’omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria assassinato il 16 ottobre 2005. Tra i beni sottratti alla mafia, tre aziende, ville, conti correnti e sei terreni, spiega un comunicato.
Nell\’operazione di Gdf e carabinieri contro la cosca Pesce, invece, sono stati sottratti beni per 18 milioni. Un nuovo colpo al cuore economico della cosca Pesce, sequestrati al clan di Rosarno dai finanziari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dal Comando Provinciale Carabinieri del capoluogo.
8 imprese, con tutto il loro patrimonio aziendale, operanti, principalmente, nel settore dei trasporti, in quello agrumicolo e nel commercio; attività commerciali, beni mobili, immobili e le disponibilità finanziarie, è l’elenco dei beni sottratti alla consorteria criminale.
Così come altre recenti indagini ai danni della cosca Pesce, anche in occasione di quest’ultima indagine patrimoniale, preziose sono state le indicazioni fornite dalla collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce, da poco tornata a collaborare con gli inquirenti.
I particolari dell’operazione, coordinata dalla DDA reggina, saranno illustrati, in mattinata, nel corso di una Conferenza stampa presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, dal Procuratore aggiunto della Procura Distrettuale Antimafia, Michele Prestipino.
tratto da ReggioTv.it