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Er pupone resta senza patrimonio. Il cuore dei tifosi giallorossi – già duramente provato dal derby di ieri sera – non deve però collassare. Er pupone in questione non è Francesco Totti ma Federico Marcaccini, immobiliarista capitolino di 34 anni che con l\’asso della Roma condivide solo il soprannome.

La Dia di Reggio Calabria, diretta dal colonnello Gianfranco Ardizzone, in collaborazione con la Dia di Roma, diretta da Polo La Forgia, ha infatti sequestrato all\’immobiliarista coinvolto lo scorso anno in una maxi operazione contro il narcotraffico internazionale, beni per 110 milioni.

Marcaccini, poco meno di un anno fa, è stato arrestato nell\’ambito dell\’operazione antidroga \”Overloading\” partita da Reggio Calabria. Secondo l\’accusa l\’immobiliarista avrebbe avuto un ruolo centrale nel traffico internazionale di cocaina che, lo scorso mese di dicembre, ha portato in carcere 77 persone tra cui anche un colonnello dei carabinieri in servizio a Bolzano nel cui alloggio di servizio vennero trovati armi ed esplosivo. Il giro di droga, proveniete da Colombia, Venezuela e Brasile, sarebbe stato finanziato da Marcaccini che avrebbe agito in stretto contatto con le cosche di \’Ndrangheta Strangio e Pelle di San Luca.

Tra le proprietà colpite dai sequestri all\’imprenditore romano o a persone a lui riconducibili, c\’è l\’immobile che ospita uno dei teatri più famosi della capitale, il Ghione. Ci sono anche due alberghi in Sicilia e nel Lazio, ma non solo.

Il 12 ottobre Renato Laviola, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, ha confermato il sequestro nella capitale di un ingente patrimonio di società, quote azionarie e di conti correnti. Le società del ramo immobiliare di cui sono stati sequestrati beni, quote o conti correnti sono, tra le altre, Alleanza servizi, Alleanza Re, Le Due Torri, Bsp costruzioni, Alleanza servizi edili, San Michele Immobiliare, Santa Lucia immobiliare, Lm reale estate, Romana immobiliare, Ale costruzioni e appalti, Fc costruzioni e impianti. I sequestri – a bocce ferme e nelle more degli sviluppi processuali – sono l\’ennesima testimonianza che il ciclo del cemento rappresenta l\’occasione più ghiotta per il riciclaggio dei soldi sporchi. Per il periodo dal 2005 al 2009 Marcaccini non ha presentato dichiarazione dei redditi mentre dal 2002 al 2004 gli importi erano irrisori.

tratto da Il Sole 24 Ore

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