Genova – L’allarme del prefetto, lanciato alla Commissione parlamentare con un dossier riservato, ha la prima risposta operativa. Perché il capo della Direzione distrettuale antimafia di Genova, il procuratore Vincenzo Scolastico, ha incaricato i carabinieri del Ros di controllare le cave di ardesia e non solo, dove la ’ndrangheta potrebbe smaltire i rifiuti dei maxi-cantieri da “infiltrare” nei prossimi anni.
Il piano dei militari, da due anni impegnati nella lotta alle cosche, culminata con oltre venti arresti eseguiti l’estate scorsa, prevede in primis una serie di accertamenti sulla Valle Scrivia e alcune aree al confine fra Liguria e Basso Piemonte. Perché questa accelerazione, dopo un summit fra lo stesso scolastico e gli uomini del Raggruppamento operativo speciale?
La risposta è, sostanzialmente, negli effetti della due giorni d’incontri ai massimi livelli che s’è svolta giovedì e venerdì in città. Arma e magistratura hanno infatti partecipato alle audizioni del pool presieduto dall’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu, giunto da Roma per fare il punto sulla presenza dei clan in Liguria. E il rappresentante del governo all’ombra della Lanterna, Francesco Musolino, ha fornito ai politici un dossier nel quale fa il punto della situazione, segnalando una serie di emergenze nuove. Fra queste, la più clamorosa è stata quella descritta sull’imminenteavvio degli scavi per la realizzazione della Gronda (la maxi-bretella autostradale che dovrebbe collegare l’A10 all’A7) e del Terzo Valico, il passante ferroviario destinato ad accelerare i collegamenti fra lo scalo genovese e il nord Italia.
«Nell’arco degli ultimi due anni – rimarca Musolino nella propria informativa, 84 pagine ricchissime di notizie e informazioni destinate a innescare più filoni d’accertamento – è stata effettuata un’approfondita analisi sul fenomeno delle movimentazioni di terra. A seguito dell’intensificazione sono state avviate, e sono tuttora in corso, diverse indagini in collaborazione con la Dia (Direzione investigativa antimafia) di Torino e di Genova in merito al traffico di rifiuti tra questa provincia e le aree del Basso Piemonte, dove si sono evidenziati possibili legami tra gruppi legati direttamente o indirettamente alla criminalità calabrese».
Fonte: ilsecoloxix.it