Riportiamo un articolo di Felice Manti apparso su \”Il Giornale\” alcuni mesi fa
C’è un’azienda italiana che fattura 44 miliardi di euro. Quasi tre punti di prodotto interno lordo nazionale. È la ’ndrangheta, la holding criminale che secondo i servizi segreti in questi ultimi anni ha notevolmente accresciuto la sua potenza economica che da sola supera quella di un Paese petrolifero come il Qatar.
La fotografia realizzata dall’Eurispes Calabria non lascia scampo ad alcun dubbio. Ben 131 cosche che operano in Calabria (73 solo nella provincia di Reggio Calabria) che hanno resistito a quasi 600 arresti e a confische di beni per 231 milioni di euro, dal 1992 al 2007. Briciole, per chi guadagna il 62% dei proventi illeciti dal traffico di sostanze stupefacenti. «Il calcolo è per difetto – spiega al Giornale Raffaele Rio, presidente di Eurispes Calabria – basti considerare che solo 17 miliardi di euro arrivano dalla cocaina». Il conto è semplice.
Secondo le stime dell’Eurispes la ’ndrangheta acquista ogni anno 400 tonnellate di cocaina dalla Colombia. Per ognuno dei 400mila chili di polvere bianca le cosche calabresi spendono 1.100 euro e ne incassano 42.200 euro dal rivenditore. Che al consumatore finale venderà un grammo a circa 90 euro. «Calcoli alla mano, il ricarico è di 17 miliardi, se ci si aggiunge lo spaccio si arriva a 36 miliardi. Solo per la cocaina. Senza contare che il traffico degli stupefacenti – spiega Rio – avviene senza intermediari finanziari, visto che la ’ndrangheta ha sottoscritto degli accordi con i cartelli colombiani che operano in Europa». Oltre alla droga (che frutta circa 27 miliardi), tra le fonti di reddito delle cosche calabresi ci sono imprese e appalti pubblici (5,7 miliardi), prostituzione (2,87 miliardi), e infine estorsione e usura (5 miliardi) e traffico di armi (quasi 3 miliardi), mentre i tentacoli delle ’ndrine sembrano allungarsi anche all’immigrazione clandestina.
Altri dati mettono a nudo la natura camaleontica dell’organizzazione criminale. La provincia di Reggio Calabria ha un indice di permeabilità criminale pari al 60,4%, secondo solo a Napoli, dove si sfiora il 69%. «La loro forza è proprio questa – dice ancora Rio – un sistema criminale complesso che riesce a coniugare un forte radicamento nei territori d’origine con una singolare capacità di proiezione internazionale».
Camaleontica, potente e ricca. Ecco perché magistrati antimafia e 007 lanciano l’allarme: la ’ndrangheta da mafia pastorale agricola è diventata un attore dell’economia e della realtà sociale, grazie anche alla sua capacità di penetrazione nella pubblica amministrazione. In Calabria un Comune su dieci è stato sciolto per infiltrazioni mafiose: 38 amministrazioni dal ’91 al 2007, 23 solo nella provincia di Reggio Calabria. Seconda, ancora una volta, solo a Napoli. E dove non può la politica interviene il piombo. Con l’autobomba di Gioia Tauro all’imprenditore Antonino Princi sono più di 200 le persone uccise dal ’99 al 2008 (73 solo a Reggio Calabria), con un incremento della recrudescenza pari al 667%.
felice.manti@ilgiornale.it
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anche se è sempre più difficile, Pino, non devi mollare perchè attorno a te sono tante le persone che ti seguono ogni giorno e che credono in ciò che hai fatto.
un abbraccio
marta
forza Pino…non mollare!!