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Fonte: leccoprovincia.it – Il senso dello Stato

La due giorni nella Brianza lecchese di Pino Masciari si è conclusa incontrando gli studenti (130 circa) della terza media dell’Istituto Comprensivo di Cernusco Lombardone.

All’incontro, che ha visto anche la presenza del Dirigente Scolastico (prof. Giordano Cereda), di alcuni professori dell’Istituto, degli assessori all’istruzione Emma Mantovani (Lomagna) e Daniele Lorenzet (Osnago), di Giulia Venturini (ARCI Lecco), hanno partecipato anche Claudia Buratti e Luca Lorenzet, 2 ex studenti della scuola media (ora in 5^ Liceo Agnesi) che la scorsa estate hanno partecipato ai campi di lavoro antimafia a Melito Porto Salvo (Calabria), raccontando la loro esperienza di volontariato.

“Perché  un incontro sulle mafie a scuola qui da noi? Perché le mafie sono “cosa nostra”; la provincia di Lecco vede una pesante presenza mafiosa nel suo territorio, perché la Lombardia è la prima regione del centro nord come numero di immobili e aziende confiscate alle mafie.

Pino Masciari non è un eroe, è un IMPRENDITORE che per il suo alto senso dello Stato ha deciso di denunciare chi gli impediva di lavorare: non solo gli ‘ndranghetisti, ma anche alcuni amministratori politici.”

Dopo questa breve presentazione Pino Masciari ha preso la parola e con il suo modo di parlare diretto, anche duro, ha catturato l’attenzione degli studenti raccontando la sua storia, e sottolineando come solo i ragazzi potranno sconfiggere le mafie, correggendo gli errori dei genitori, non rimanendo in silenzio.

“Non dovrei e non vorrei essere qui. Io ho fatto la cosa giusta, ma per questo non mi hanno fatto più lavorare, non mi fanno più tornare a Serra San Bruno (paese da cui ha dovuto andarsene la notte fra il 17 e 18 ottobre 1997 entrando nel programma di protezione).

Avevo tutto. Potevo decidere di pagare come fanno quasi tutti, ma non l’ho fatto.

Per questo ho sacrificato la vita della mia famiglia, di mia moglie e dei miei due figli.”

Solo nel 2010 è riuscito finalmente a vuotare gli scatoloni, e fermarsi in una sua casa.

“Io sono quello normale perché ho fatto la cosa giusta, chi non è normale sono gli altri, quelli che non denunciano. Dobbiamo fare in modo che io non sia la goccia nell’oceano, noi dobbiamo essere l’oceano, chi non denuncia, che accetta la malavita deve essere la goccia”.

Le domande finali sono state molte, indice della attenta partecipazione degli studenti.

Come chiusura l’assessore Lorenzet ha dedicato a Pino Masciari una lettera scritta dai ragazzi di una scuola  per il Concorso Libero Grassi: “Caro estortore, ho deciso che pagherò. Pagherò le tasse, tutte. Pagherò i miei dipendenti, tutti e li metterò in regola, anche gli extra comunitari. Pagherò le mie scelte di persona e infatti il mio voto non lo venderò più. Sarà meno facile di fare quello che fanno tutti quando vogliono fare i furbi. Ma lo farò perché è come quando ti diagnosticano un male incurabile e ti scopri innamorato della vita. Ecco il cancro, caro estortore, sei tu. E io non voglio morire di questo cancro. Per questo pagherò tutti ma non pagherò te. E se verrai a farmi del male resisterò perché oggi sono un uomo libero.”; agli studenti ha invece dedicato un piccolo brano di “Cosa sarà” di Lucio Dalla “cosa sarà che fa morire a 20 anni anche se vivi fino a 100” invitandoli a vivere attivamente, a rimboccarsi le maniche e a cambiare le cose che non vanno, a non accettare passivamente tutto quanto, a vivere da vivi.

Prima di uscire dall’aula magna, un gruppo di studenti ha voluto ringraziare Pino che li ha ricambiati abbracciandoli e lasciandogli un “Voglio bene a tutti quanti voi”.

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