\”E\’ un Primo Maggio amaro. Come troppi negli ultimi anni. Ancora un suicidio, ancora un disperato congedo dalla vita.
Il mondo del lavoro sta diventando una fabbrica di precariatà e di morte: non lo possiamo più accettare, non lo dobbiamo più permettere. Dignità, speranza, futuro sono tre parole chiave che devono rientrare nella grammatica dello sviluppo sociale e civile di questo Paese.
Dalla Società della Paura alla Società della Speranza: il Primo Maggio va restituito ai lavoratori, come festa dell\’emancipazione culturale e sociale. Questa è la sfida da affrontare: trasformare la nostra amarezza in progetto di cambiamento. Per non morire schiavi del dolore e della solitudine\”.
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Fonte Ansa: Crisi, licenziato si impicca a Napoli
NAPOLI – Aveva ricevuto una lettera di licenziamento e, nei prossimi mesi, avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva: c\’é, forse, tutto questo dietro il suicidio di un portiere, a Napoli. L\’uomo, 55 anni, si è ucciso, impiccandosi, nella sua abitazione di corso Garibaldi.
Il portiere, che lavorava in uno stabile di corso Garibaldi, era divorziato e aveva due figli. Ai condomini era sempre apparso come una persona dal carattere forte. Ultimamente, però, G.C., 56 anni, anche a seguito della morte di sua madre, nonché della separazione dalla moglie, sembra soffrisse di crisi depressive. Nel prossimo ottobre avrebbe dovuto lasciare l\’alloggio da portiere in cui abitava. Giorni fa, però, i proprietari avevano fatto un sopralluogo per metterla in vendita, facendogli forse presagire un anticipo del suo allontanamento, e forse anche questo ha inciso sulla sua decisione.