\” Basta con il teatrino della politica. Le riunioni per decidere di non decidere. L\’Italia ha bisogno di un radicale cambio di rotta.
Via la politica delle chiacchiere e dei teatrini, si alla politica del fare.
Dobbiamo tagliare i costi di questa macchina infernale: finanziamento pubblico ai partiti, clientele, sprechi, enti inutili. Non c\’è più tempo da perdere.
Il Paese non merita ulteriori umiliazioni. I giovani non devono perdere la speranza. E\’ arrivato il momento della svolta.
Dalla Società della Paura alla Società della Speranza. Organizzare il coraggio per liberare il presente da questo terribile grigiore\”
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Fonte: Ansa
Riforme. Dalla legge elettorale alla riduzione del numero di parlamentari, fino alla forma di democrazia parlamentare. In questi mesi, segnati dalla crisi, Giorgio Napolitano spesso è tornato a chiedere interventi per modernizzare lo Stato: riforme, appunto, per portare l\’Italia fuori dal pantano economico. E di riforme ha parlato al Quirinale con Mario Monti per fare il punto. Il Capo dello Stato ha accolto il premier. Ha voluto conoscere la tempistica dei lavori in Parlamento, opere di \’architettura istituzionale\’ rese ancor più necessarie dalla crescente ondata di anti-politica a cui va data una risposta. Non a caso, all\’incontro, erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ed il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. Proprio quest\’ultimo è titolare della delega alle riforme ed incaricato dall\’esecutivo per seguire in commissione Affari costituzionali al Senato l\’iter del testo unificato di riforma costituzionale. Un provvedimento al quale il Colle e lo stesso governo guardano con particolare attenzione e che, con le competenze che gli sono proprie, sostengono. Deve essere, infatti, il Parlamento a realizzare il percorso di riforme. Cosa a cui Palazzo Chigi e Quirinale sono più che attenti. Il Colle osserva, spesso invita ad impegnarsi, ma certo non entra nel merito di questioni che restano di prerogativa parlamentare. Le \’moral suasion\’ di Napolitano sono volte a scuotere, a spingere all\’azione. Pari modo l\’esecutivo vigila più da vicino ma non può e non desidera ergersi ad arbitro del contendere tra i partiti. Insomma, Napolitano e Monti convergono sulla necessità di riforme istituzionali (spesso il presidente le ha auspicate nei discorsi pubblici, nelle visite private, negli interventi a convegni). E sono interessati al loro buon esito. Ma il Parlamento non può restare immobile, deve agire rapidamente. Durante l\’incontro al Quirinale, allargato anche ai tecnici per meglio comprendere anche i dettagli delle proposte finora solo sul tavolo, il capo dello Stato si è mostrato interessatissimo su tutti gli aspetti: ha voluto sapere – viene riferito – soprattutto a che punto è il lavoro della commissione presieduta dal senatore Vizzini. I punti delicati sono numerosi. C\’é la questione della riduzione del numero dei parlamentari sulla quale tutti i partiti sembrano convergere da un punto di vista teorico anche se le proposte devono ancora essere concretizzate. Napolitano avrebbe poi chiesto informazioni anche sull\’evoluzione del dibattito sulla legge elettorale, stravolto dall\’ultima tornate elettorale alle amministrative. Monti ha illustrato le proposte in campo avanzate dai partiti, spiegando che sono al lavoro. Ma sono i tempi delle riforme a rappresentare la maggiore preoccupazione ed il cruccio del Capo dello Stato. Il percorso di riforme è lungo e complesso. E proprio per questo va iniziato rapidamente