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Giorno 22 maggio si è svolta presso il Centro d’Eccellenza la manifestazione “Organizziamo il coraggio”, realizzata da alcune maestre e dai bambini del Terzo Circolo “Papa Giovanni XXIII” di Corigliano. Abbiamo sempre creduto che l’educazione alla cultura sia di fondamentale importanza sin dalla tenera età e la scuola deve adempiere in maniera costruttiva a questo suo ruolo.

Per questo i nostri complimenti e i nostri ringraziamenti vanno alla dirigente, Susanna Capalbo, alle maestre che si sono impegnate nella realizzazione della manifestazione e, soprattutto alle ragazze e ai ragazzi che hanno eseguito con impegno e serietà il loro lavoro. I complimenti sono rivolti per il magistrale risultato ottenuto; i ringraziamenti perchè la sensibilità e l’abnegazione manifestati nell’affrontare la delicatissima questione della criminalità organizzata sono un sintomo evidente di come vi siano le voglie e le basi per combattere l’illegalità in tutte le sue forme.
Protagonisti principali dell’evento, però, sono stati i bambini della scuola, che hanno messo in scena la vita di Pino Masciari, l’imprenditore vibonese che con il suo rifiuto a pagare il “pizzo” e denunciando il crimine, ha ispirato la tematica della rappresentazione.
Sembrerebbe superfluo sottolineare come la scuola debba avere un ruolo di primo piano nella formazione delle generazioni future, come la cultura rimane l’unica via di uscita per combattere la criminalità organizzata; sembrerebbe… ma a quanto pare gli unici ad averlo capito benissimo e, paradossalmente hanno cercato di spiegarlo a noi adulti, sono stati i bambini.
Attraverso la rappresentazione teatrale i bambini hanno messo in scena i punti salienti dell’assurdo dramma personale che vive quotidianamente Pino Masciari il quale non ha esitato a esplicitare il suo pensiero e le sue idee su tutto ciò che affligge la nostra Terra di Calabria: partendo, con forza, dall’assuefazione dei calabresi nei confronti della ‘ndrangheta fino al loro, al nostro voler chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie e ai soprusi. Lui stesso, dice nel suo intervento a fine manifestazione, ha vissuto in prima persona le conseguenze drammatiche di chi, per aver denunciato ed essersi comportato da persona onesta, è stato costretto a fuggire con la sua famiglia. E Corigliano coma ha risposto a ciò?
I bambini si sono esibiti davanti a una folta platea composta da tutte le insegnanti, dai genitori e da una parte della società civile. La politica e le istituzioni assenti!
Le poltrone riservate alle istituzioni sono rimaste vuote perché i loro rappresentanti hanno declinato l’invito, adducendo “motivi personali” alla giustificazione, mandando un brevissimo e freddo intervento scritto.
Lo stesso Pino Masciari nel suo intervento parla del suo sentirsi solo nella lotta contro la ‘ndrangheta e fa notare l’assenza delle istituzioni che, in virtù della delicatissima situazione che sta vivendo Corigliano, dovrebbero dare alle nuove generazioni un segnale di svolta ed essere esempio e guida nella duplice veste di adulti e di rappresentanti istituzionali. E allora, senza indugi e polemiche di natura partitica, dobbiamo ammettere la sconfitta di una intera generazione politica che non ha saputo e non sa tuttora affrontare e combattere il problema della ‘ndrangheta, riducendolo solo a strategia di contrasto alla criminalità sul terreno investigativo. La ‘ndrangheta è nata e si è sviluppata indisturbata in tutti gli ambienti, colti e meno colti. Perché la \’ndrangheta non è solo quella che spara, mette le bombe, fa le estorsioni o taglieggia; è anche atteggiamenti di prepotenza e di sopraffazione nei confronti degli altri, è la mancanza di cultura e di regole condivise.
La ‘ndrangheta è il malaffare legato alla politica e alle istituzioni, al compromesso elettorale e al clientelismo, all’assenza di meritocrazia, al traffico di armi, allo smaltimento di rifiuti tossici, all’usura, a tutto ciò che concerne la gestione della “cosa pubblica” in modo criminoso. Chiudere gli occhi davanti a tutto questo, significa essere complici e permettere alla ‘ndrangheta di proliferare, di gestire il nostro futuro, di controllare non solo il nostro territorio ma anche gli aspetti e i rapporti sociali della società.
La ‘ndrangheta non è un’entità astratta ma è fatta da uomini contro altri uomini. È importante perciò creare le condizioni affinché nessuno possa identificare la mafia come soluzione alternativa alla mancanza di riferimenti istituzionali che garantiscano la dignità della persona attraverso il lavoro riconosciuto nella sua valenza sociale.
Nel 1997 Pino Masciari e la sua famiglia sono stati sottoposti ad un programma speciale di protezione. Proprio in questi giorni però lo Stato ha tolto la scorta a Pino Masciari; a quanto pare gli agenti che lo scortavano in Calabria sono stati destinati ad altri servizi. Cosa dire? Si piangerà ancora sul latte versato?

Giovani Democratici di Corigliano
comunicato stampa, 26-05-2012 14:01

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