\”Un tracollo, sì.
Il 25% in meno di partite iva è un dato molto più che preoccupante: è il segnale che le cose stanno precipitando, proprio come la legge fisica del piano inclinato secondo la quale l\’azione della forza peso che fa muovere un corpo lungo un piano inclinato dipende dall\’inclinazione del piano stesso. Le Partite Iva sono una delle colonne della nostra economia, e se diminuiscono in maniera così radicale segnifica che stiamo guardando il baratro da molto vicino.
Io non so se siamo in tempo per invertire questa tendenza che non esiterei a definire rovinosa, ma certamente questo stato di cose lo pagheremo tutti, e per lungo tempo. Faccio ancora una volta appello ai decisori ed i legislatori: agite subito, adesso!\”
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Fonte: La Repubblica – Nello scorso mese di aprile sono state aperte 46.337 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dello scorso anno si registra una flessione del 3%, mentre, rispetto al mese precedente, il calo è pari al 25,8%. Lo comunica il Dipartimento delle Finanze del ministero dell\’Economia.
Il 51,3% delle nuove partite Iva aperte lo scorso aprile è dovuto a giovani fino a 35 anni e tale classe di età è anche l\’unica in aumento rispetto al corrispondente mese del 2011: +13,6%. Una crescita legata alle agevolazioni decise nella manovra finanziaria dello scorso luglio. La ripartizione per sesso è stabile, con i maschi cui appartiene il 65% di aperture di partite Iva.
La distribuzione per natura giuridica conferma la netta preponderanza delle persone fisiche nelle aperture di partita Iva (quota del 77%) e, tra le altre forme giuridiche, le società di capitali si attestano al 14,8%. Confrontando tali dati con il corrispondente mese del 2011, si nota – riferisce il Dipartimento delle Finanze del ministero dell\’Economia – che sono sempre le persone fisiche a sostenere l\’andamento generale, poichè il loro lieve aumento (inferiore al 2%) mitiga il sensibile decremento di aperture relativo alle forme societarie.
Riguardo alla ripartizione territoriale delle aperture, il 42,5% di esse è avvenuto al Nord, il 22,6% al Centro, il 34,9% al Sud ed Isole; il confronto con aprile dello scorso anno mostra flessioni più o meno marcate al Centro-Nord, con alcune eccezioni (Val d\’Aosta ed Umbria), mentre al Sud gli aumenti in Puglia e Sicilia riescono a bilanciare il calo delle altre regioni.
La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva: il 22,1% del totale, seguito dalle attività professionali con il 14,7%. Nel complesso, al gruppo dei servizi appartiene il 50,5% delle aperture totali, con un calo, rispetto all\’aprile 2011, dell\’ 1,2%; considerando i macrosettori produttivi, solo quello agricolo mostra un aumento di aperture (+4,5%), mentre l\’industria accusa, ancora, la diminuzione maggiore (-8,9%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è stabile, con i maschi cui appartiene il 65% di aperture di partite Iva. Il 51,3% delle aperture è dovuto a giovani fino a 35 anni e tale classe di età è anche l\’unica in aumento rispetto al corrispondente mese del 2011: +13,6%.