\” Non possiamo accettare passivamente quello che sta accadendo a Vibo. La Calabria non è una colonia da razziare, nè una terra da depredare. I calabresi non meritano questo.
Chiudere senza ragioni lo stabilimento, significa dare un colpo mortale all\’economia di Vibo e della sua provincia. Che ne sarà dei lavoratori, delle loro famiglie, in una terra che è diventata luogo simbolo di amarezza e umiliazioni sociali?
Non possiamo consegnare la Calabria alla \’ndrangheta: non dobbiamo permettere che loro vincano. Siamo con i lavoratori, siamo con le loro famiglie\”.
________________
Fonte: Il Quotidiano della Calabria – Martedì l\’incontro decisivo tra i sindacati e l\’azienda bergamasca, dopo l\’annuncio che l\’impianto finirà la produzione a distanza di oltre 70 anni. Gli 82 dipendenti: «Non intendiamo mollare». Trema anche l\’indotto. E si mobilita la politica: il consiglio regionale approva un ordine del giorno e i parlamentari invocano il ministro Fornero
VIBO VALENTIA – Amarezza e delusione. Ma anche e soprattutto tantissima rabbia sui volti dei lavoratori dello stabilimento industriale della Italcementi di Vibo Marina, che questa mattina hanno dato vita ad un lungo corteo per ribadire con forza e determinazione il loro no alla messa in mobilità ed al futuro licenziamento collettivo. La fabbrica, infatti, chiuderà i battenti al termine del secondo trimestre di quest’anno. Questo ha deciso il Gruppo Italcementi di Bergamo. Certificato in una lettera consegnata ai dipendenti dell’impianto vibonese venerdì scorso, giorno in cui gli stessi lavoratori hanno deciso di occupare immediatamente la fabbrica.
Il grande serpentone umano si è snodato sotto un caldo afoso lungo le principali vie della frazione. L’iniziativa è stata promossa e organizzata dalle Rappresentanze sindacali unitarie della stessa cementeria e dalle organizzazioni sindacali del Vibonese. Massiccia l’adesione anche da parte di semplici cittadini. Cori, slogan, grandi striscioni con frasi decisamente eloquenti e dichiarazioni rilasciate ai taccuini dei cronisti per fare sapere che loro, i lavoratori del cementificio di Vibo Marina, non intendono assolutamente mollare la presa e, dunque, continueranno ad occupare lo stabilimento fino a quando l’azienda non farà un passo indietro. Ma questa mattina in piazza si è voluto anche sensibilizzare di più l’opinione pubblica verso una vertenza occupazionale che si è abbattuta sul Vibonese come una autentica mannaia. «Un colpo profondo per l’intera economia locale che rischia di trascinare dietro di sé tutti e tutto», è stato sottolineato. Alla manifestazione hanno preso parte anche il senatore del Pdl Franco Bevilacqua, il quale ha riferito che sul caso informerà il ministro del Lavoro Elsa Fornero, il consigliere regionale dello stesso partito Nazzareno Salerno e il presidente della Provincia, Francesco De Nisi.
Nel pomeriggio sono intanto proseguite le reazioni di ferma e dura condanna per la decisione dell’azienda, leader in Italia nella produzione del cemento e del calcestruzzo, di procedere in autunno allo smantellamento dell’impianto industriale di Vibo Marina. Parole dure sono giunte da diversi esponenti istituzionali.
Mario Tassone, vicepresidente dei deputati dell\’Udc, ha annunciato a Montecitorio un’interpellanza urgente al Governo sulla crisi in atto. Mentre questo pomeriggio il consiglio regionale ha approvato un apposito ordine del giorno sulla vertenza Italcementi, presentato in aula dai gruppi di opposizione, al fine di impegnare la giunta regionale ad aprire un tavolo di crisi sulla vicenda. Martedì mattina, infine, si terrà l’annunciato incontro con l’azienda bergamasca e le parti sociali. Alla riunione dovrebbe prendere parte Fabrizio Pedetta, vicedirettore generale della Italcementi.