\”L\’Ilva è lo specchio del dramma sociale e ambientale che vive il Sud e buona parte del Paese. Taranto è una città saccheggiata e devastata da uno sviluppo malato e costruito sul profitto e non sulle persone. Diciamolo con chiarezza: l\’Ilva è una fabbrica di morte. Resta, però, il nodo, tragico, della vertenza: le migliaia di posti di lavoro. Dobbiamo sciogliere la contraddizione tra il binomio morte o lavoro.
E\’ possibile trovare un punto di equilibrio tra livelli occupazionali e tutela doverosa della salute dei cittadini. Chiediamo al Prefetto e alle istituzioni di valutare, con attenzione, le proposte che stanno emergendo in queste ore di drammatico conflitto sociale. A pagare non devono essere i lavoratori, ma i responsabili dei mancati adeguamenti sulla sicurezza ambientale. Cerchiamo di dimostrare, almeno una volta, di essere una comunità civile. Siamo con i lavoratori per tutelare il loro diritto alla salute e alla dignità sociale\”
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Fonte: La Repubblica, edizione Bari – Un consiglio dedicato alla questione del siderurgico, con i lavoratori pronti a far sentire di nuovo la loro voce. Riunione anche in Confindustria, dopo i provvedimenti della magistratura. La Chiesa si mobilita, Ferrante incontra gli inquirenti
TARANTO – Ilva, inizia la settimana più calda. Dalla Chiesa ai sindacati fino alle associazioni, parte la grande mobilitazione di solidarietà. Ma torna l\’incubo dei blocchi. La tregua apparente decisa da lavoratori e sindacati per le manifestazioni legate al sequestro degli impianti dell\’area a caldo del Siderurgico potrebbe rompersi stamattina alle 9. E\’ l\’ora per la quale è convocato il Consiglio comunale di Taranto, che ha all\’ordine del giorno anche la discussione sulla vicenda Ilva. I lavoratori lo hanno già fatto intendere esplicitamente un paio di giorni fa incontrando in strada il sindaco, Ezio Stefano: se il Comune non dovesse adottare decisioni concrete per salvaguardare i posti di lavoro degli oltre 11mila dipendenti diretti del Siderurgico, in Consiglio comunale sarà bagarre. Ma è per l\’intera città che si preannuncia una settimana cruciale e un mese di agosto tutt\’altro che di vacanze. C\’è grande preoccupazione nel mondo economico tarantino, tant\’è che sempre stamattina si terrà in Confindustria un\’assemblea generale delle imprese per parlare delle ripercussioni produttive del sequestro all\’Ilva.
Oggi, inoltre, il presidente Bruno Ferrante incontrerà gli inquirenti in quella che sembra avere i tratti di una nuova tappa del processo di raffreddamento inaugurato con le aperture al dialogo di venerdì.
In realtà il presidente di Ilva potrebbe prospettare i primi interventi per limitare le emissioni inquinanti dei sei reparti finiti sotto accusa. Una sorta di approccio per giungere a un cronoprogramma per abbattere gli effetti devastanti dei provvedimenti giudiziari. Che se da un lato non sono sfociati nel blocco effettivo dello stabilimento, dall’altro hanno incrinato la tenuta del gruppo dinanzi a committenti importanti. In ballo ci sono commesse da mezzo mondo. La proprietà quindi sarebbe pronta a stilare un calendario di interventi costruito sulle emergenze evidenziate nella corposa ordinanza di sequestro firmata dal gip Patrizia Todisco.
Lavoratori e sindacati si prepareranno intanto con una serie di iniziative, ancora non definite, alla manifestazione pubblica annunciata per giovedì 2 agosto, che coinciderà con uno sciopero di 24 ore a partire dalle 7. Alla manifestazione si sta pensando di far partecipare anche le famiglie dei dipendenti Ilva. L\’iniziativa dovrà servire a tenere alta l\’attenzione sulla vicenda del Siderurgico perché il giorno dopo, venerdì 3 agosto, dinanzi ai giudici del tribunale del Riesame si discuteranno i ricorsi presentati contro il decreto di sequestro degli impianti dell\’area a caldo e l\’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per otto tra dirigenti ed ex dirigenti dell\’Ilva. La decisione dovrà arrivare entro dieci giorni dal deposito degli atti da parte della Procura, che dovrebbe avvenire domani.
L\’associazione \’Altamarea\’, intanto, che riunisce varie sigle ambientaliste, si dice \”fiera dei magistrati tarantini che stanno facendo il proprio lavoro di servitori della giustizia nell\’interesse della comunità tarantina\”, e \”fiera dei lavoratori dell\’acciaieria, dei mitilicoltori, degli allevatori e di tutti quelli che lottano per il loro presente e il loro futuro\”. Affila le armi il Codacons, annunciando in una nota che domani \”denuncerà i ministri dell\’Ambiente e della Salute che si sono succeduti negli anni – responsabili per il dissesto dell\’Ilva – alla luce dei reati di omissione di atti dovuti e concorso in inquinamento e disastro ambientale\”.
Anche la Chiesa si mobilita. Una grande veglia di preghiera per l\’Ilva: dopo l\’appello di Benedetto XVI la diocesi di Taranto si prepara a manifestare solidarietà ai lavoratori dell\’Ilva e alle loro famiglie. La veglia potrebbe tenersi mercoledì primo agosto, giorno in cui il vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, rientrerà dal Brasile. Secondo il presule \”nell\’ora di una delle prove più dure per la città, le parole del Santo Padre Benedetto XVI ci sono di grande conforto. Non siamo soli\”, scrive mons. Filippo Santoro in una nota ai tarantini diffusa dal Sir dopo le parole del Papa all\’Angelus. Il vescovo auspica che all\’Ilva non finisca con una \”guerra tra vittime\” e che ci sia l\’\”impegno delle Istituzioni, dei sindacati, della politica, dei media\”. Monsignor Santoro, che in questi giorni è in Brasile per impegni fissati da tempo, riferisce il Sir, ha annullato tutti i suoi impegni e il primo agosto rientrerà in sede per manifestare concretamente la sua vicinanza agli operai e alla città. \”Il suo ricordo nell\’Angelus di questa mattina – afferma mons. Santoro a proposito delle parole di Benedetto XVI sull\’Ilva – sollecita tutti coloro che hanno responsabilità e facoltà a trovare vie concrete, fattibili e immediate perché a nessuno venga sottratto il pane e la dignità, perché a tutti sia garantito un ambiente sano e, che la Giustizia, a schiena dritta, continui il suo corso necessario\”. \”La frase del Pontefice, che assicura il \’sostegno della Chiesa\’, – spiega il vescovo di Taranto – è una chiamata improrogabile per me e per tutta la Chiesa diocesana per una presa in carico spirituale e morale delle sorti cittadine\”.