Quello di Mauro Lattuada è un articolo che consigliamo di leggere a tutti voi che siete parte della rete degli Amici di Pino Masciari.
Sì, perchè il pensiero contenuto è proprio ciò che a ognuno di noi è venuto in mente quando pochi giorni fa è uscita la notizia del ridimensionamento della scorta a Roberto Calderoli.
Il nostro pensiero è immediatamente corso a quei terribili giorni di fine maggio, quando Pino fu lasciato solo dalla scorta. Ricordate?
Lasciato il 24 maggio, a Cosenza (!!) davanti a decine di persone attonite e disorientate che non comprendevano per quale motivo Pino dovesse essere lasciato solo (e proprio lì!).
E non è bastato l\’episodio del 24, perchè Pino è stato lasciato davanti alla stazione Termini di Roma pochi giorni dopo; così, in mezzo a una strada e senza protezione alcuna. (Esistono prove e registrazioni di questi fatti, naturalmente)
Ed evidentemente non bastano nemmeno questi episodi, visto che la moglie Marisa e i due figli non hanno potuto recarsi in Calabria per visitare la mamma che non sta bene!
Che vita è mai questa, che libertà è questa?
Leggete l\’articolo qui sotto, e se avrete voglia commentatelo, perchè la voce di Pino e quella dei suoi Amici sia amplificata e giunga a chi di dovere, perchè forse qualcuno si è dimenticato il motivo che ha costretto Pino Masciari a dover usufruire di una scorta.
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Fonte: Robinhood.it – E’ di pochi giorni fa la notizia che a Calderoli han tolto la scorta. Non tutta, solo quella del presidio fisso, 8 uomini in stanza fissa davanti a casa sua, che sarebbero potuti rimanere li vita natural durante. E lui ha avuto persino il coraggio di festeggiare dicendosi finalmente uomo libero, forse temeva che prima o poi gli stessi finanzieri che dovevano proteggerlo gli chiedessero due dati sui suoi conti…
Molti non lo sanno, ma e’ argomento vario ed nteressante quello delle scorte in Italia, che parte da Pino Masciari, arriva a Berlusconi passando per Calderoli.
Perche’ siamo un paese strano, dove la scorta c’e’ l’ha chi non se la merita o non ne ha diritto, e a quelli a cui servirebbe non la si puo’ garantire. Fenomeno che ho avuto modo di constatare personalmente, in un paio di occasioni nella mia vita, e su cui ci sarebbe molto a dire.
Ma veniamo ai fatti: sotto l’amministrazione di Maroni al Ministero dell’Interno a Calderoli vengono assegnati 8 uomini di scorta agguntivi davanti la sua abitazione. Perche’? Perche’ Calderoli si e’ battuto anima e corpo contro la mafia e ha fatto del problema insanabile la sua guerra personale? No, il nostro politico (si, ci tocca chiamarlo MINISTRO) si e’ tolto la camicia in televisione per mostrare una maglietta ironica su Maometto. Il fatto ha provocato reazioni che hanno portato a morti e feriti, ma al nostro intelligente politico non gliene poteva fregare di meno, nemmeno del fatto di essere stato indagato dalla procura per reato razzista…Il fatto ha provocato reazioni che hanno portato a morti e feriti, ma al nostro intelligente politico non gliene poteva fregare di meno. Per proteggere il suo stolido e boccaccesco razzismo ci siamo trovati a pagare milioni di Euro per gli 8 agenti davanti a casa, i 4 che lo accompagnano a Milano, e ad altri 4 a Roma per i suoi viaggi di lavoro, oltre a due auto blindate. Gente che rischia la vita per proteggere uno stolido razzista, un controsenso in termini, oltre che uno spreco di denaro. Voi rischiereste mai la vostra vita per uno come Calderoli? Io penserei alle grasse risate che si farebbero i miei amici se morissi cosi’, peggio delle barzellette piu’ stupide sull’Arma, sacrificare la propria vita per uno che a 57 anni sostiene ancora che quelli della lega ce l’hanno sempre duro…. La domanda che sorge spontanea a tutt e’: perche’ dovremmo proteggerlo?
Ma c’e’ chi ha fatto di meglio, molto meglio, e parliamo del nostro ex. presidente del consiglio, Mr. B.. Nella sostanza ha sempre rifiutato la scorta di stato, quella ufficiale e che viene gestita in totale autonomia dal Ministero dell’Interno, la stessa che recentemente e’ statacontestata a Fini. Bene, lui non l’aveva, avendo sostituito gli incarichi di questo reparto (reparto specificmente addestrato per questo scopo, con protocolli molto precisi e chiari) creando, presso i Servizi, un apposito dipartimento per chiamata diretta che si occupasse della solo sua sicurezza (in quest’articolo un ottimo riassunto tecnico della situazione in essere). Ed ha cosi’ assunto, a spese nostre, quei geni preparatissimi in sicurezza che abbiamo visto all’opera durante il famigerato (edubbio) caso del Duomo in faccia. Vi invito a vedere e poi rivedere e poirivedere ancora il video, e notare quell’agente dei Servizi (si, perche’ sono l’unico reparto che puo’ ingaggiare per chiamata diretta, a differenza della Polizia di Stato e dei Carabinieri che possono assumere solo tramite concorso, unica eccezione la faceva la DIA se non erro, ma tanto la stanno smantellando quindi non fa testo e non sarebbe stata adatta allo scopo, visto il personaggio) che si arrampica sul tetto della macchina per ‘proteggere’ l’allora presidente del consiglio. Ecco, sul tetto di una macchina durante un attentato solo un deficente ci puo’ andare, non di certo un uomo dei servizi che sa fare il suo lavoro, mi vien da dire.
Ma perche’ ne parliamo? Perche’ fino a quel giorno da soli, indisturbati, e completamente al di fuori dei normali protocolli di sicurezza (gli stessi che stanno alla base della sicurezza di ogni personaggio AL MONDO) hanno operato in totale liberta’ solo loro. Ve lo ricordate lo ‘scimmione’ (mi scusi per la definizione poco carina) che sta alle spalle di B. da 20 anni? Si, per forza (si vede nella foto precedente, per intenderci), ecco, lui e’ li da 20 anni. A parte nel caso di Falcone, la cui scorta rimase in carica dopo la scadenza dei termini perche’ altrimenti nessuno avrebbe preso il loro posto e sarebbe stato ‘scoperto’ (inutile sottolineare la grandezza di spirito di questi uomini di Stato), quello di B. e’ l’unico caso in cui il turn over biennale del personale non e’ previsto. Si fa, e non si fa per caso, si cambia personale perche’ il potenziale di reattivita’ cala, la sicurezza effettiva diminuisce, i rapporti personali mal si accompagnano alla necessita’ di allerta e sicurezza. Ecco, da quel giorno il personale impreparato, goffo e di dubbia formazione e’ tornato affiancato anche dal personale noralmente previsto per la carica, gente che magari la sciurezza e’ veramente in grado di garantirla, ma i cui servigi erano stati cortesemente rifiutati nella notte dei tempi da B. stesso. In questo modo, senza nulla chiedere e con una strana storia che non ha convinto nessuno, B. e’ tornato sotto i normali standard della sicurezza dei Sevizi (quelli veri), e si garantisce una tranquilla anzianita’ a spese nostre. A me la domanda che e’ venuta spontanea e’ stata: ma di chi ha paura? Dei suoi stessi ex amici?
Poi c’e’ la gente normale, quella che non ha amici in parlamento, quella dell’imprenditoria che si oppone e si ribella alla mafia e denuncia. Ecco, quelli invece non ce l’hanno una garanzia, ne di 2 uomini ne di una autoblindo, e nemmeno di prenotazioni alberghiere non nominali quando tronano in Calabria per i processi. Mentre spendiamo milioni di Euro per porteggere stolidi e straricchi governanti (che se la potrebbero e dovrebbero pagare di tasca loro, la scorta), lasciamo gente come Pino per strada senza protezione, o gli mandiamo agenti che sono convinti di scortare un pentito (fare la scorta ad un ex mafioso e’ molto meno dignitoso che fare la scorta ad un uomo dell’anti mafia, nel caso di Pino non stai proteggendo il cattivo che ha cambiato idea, stai proteggendo il buono dal cattivo), lo mandiamo in giro con la sua macchina con una patente intestata ad un nome ed un porto d’armi intestato ad un altro.
Nel frattempo abbiamo piegato le ginocchia al Gat, con il provocatolicenziamento del Colonnello Rapetto, pian piano stiamo smantellando la DIA, effettuiamo arresti solo di Ndranghetisti e Camorristi e ci siamo dimenticati (anche percentualmente) dei mafiosi. Con citta’ dove la diversificazione e’ diventata standard di quartiere, dove i centri massaggi cinesi e i ristoranti/bar di loro teorica proprieta’ hanno riempito ogni angolo, e gli incendi dei centri sportivi a Milano capitano proprio il giorni di chiusura della societa’ che gestisce il comprensorio in oggetto.
Pino spesso fa una domanda giusta: ‘ho denunciato e IO sono in galera e loro no’. E io soorrido, e penso che proteggiamo molto meglio chi non ha alcun merito(come Calderoli), che gli uomini che questo paese lo vogliono cambiaresenza bandiere, senza simboli e senza partiti, solo per il senso di legalita’ ed i valori che i loro padri e i loro nonni gli hanno trasmesso. L’imprenditoria non ha alcun meccanismo di protezione per i ‘suoi uomini’, sia che siano sotto scacco della mafia che siano taglieggiati e ricattati dalle banche (che spesso sono ben peggio della malavita), e che se si pensa piu’ a se stessi che al bene comune alla base ci sia un meccanismo malato, vecchio, e scorretto.
Insomma, in modi diversi sia Calderoli che B. hanno abbondantemente giocato con il potere costituito per garantire i propri interessi, mentre quel poco che avevamo di protezione dalla mafia ce lo stiamo bruciando o lo stiamo schiacciando nella morsa del meccansimo, come se il problema di cui si devono occupare fosse risolto. Non e’ risolto, e’ diventato endemico, funzionale, e parte del meccanismo funzionale che muove sempre di piu’ economia, finanza e mercato. E ogni volta che entrate in un ristorante cinese pensate al libro di Di Bella, che spiega in modo chiaro e preciso come funziona il meccanismo di riciclo che sta dietro alla maggior parte di questi locali, e capirete perche’ riuscite a mangiare con 9 Euro a persona vino e caffe’ incluso: loro non sono come noi, e del pareggio di bilancio possono non interessarsi, l’importante e’ far girare l’economia….