Non è mai troppo tardi per diventare quello che vuoi essere. George Eliot
Amici miei,
il nostro Paese sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia. Non possiamo più nascondere la testa come gli struzzi. Dobbiamo avere il coraggio di praticare il sentiero della verità. Non dobbiamo cedere alla tentazione dell\’auto-inganno.
Siamo ostaggio delle mafie: la nostra democrazia è mutilata dalla grave emergenza rappresentata dal potere mafioso, cui spesso siamo soltanto capaci di opporre una mediocre quanto sterile antimafia parolaia.
Da Nord a Sud, Cosa Nostra, Camorra, \’Ndrangheta eleggono rappresentanze politiche con funzioni di governo dei territori. Il circuito degli appalti, dalla sanità ai lavori pubblici, è in mano alle mafie: a Milano come a Reggio Calabria; a Torino come a Palermo; a Roma come a Napoli.
Lasciatemi passare la provocazione: finalmente abbiamo realizzato l\’unità del Paese. Peccato che sia quella di matrice mafiosa. L\’Italia è il Paese delle mafie e della corruzione politica.
Se penso alla mia storia, non posso che concludere: ho denunciato, mi sono battuto, non mi sono arreso, ma vivo, ancora dopo 15 anni, in esilio. Non posso ritornare a vivere e lavorare in Calabria perchè lo Stato non è in grado di proteggermi. Quindi non ha sovranità territoriale su vaste aree della penisola.
Il paradosso del presente è racchiuso nella drammatica contraddizione che vede da un lato la magistratura sviluppare una capacità repressiva senza precedenti nei confronti di questi criminali, dall\’altro, invece, assistiamo all\’assoluto immobilismo della società civile. La paura è ancora padrona delle nostre vite.
Il Sud vive nel silenzio. Il Nord nell\’indifferenza. Il Paese tutto appare poco interessato a discutere quella che è diventata la grande questione della democrazia italiana: la lotta alle mafie e all\’economia illegale.
La politica è distratta, impreparata a fronteggiare questa sfida che appare epocale per la straordinaria vitalità delle organizzazioni mafiose.
Ci stiamo giocando la nostra libertà. O scegliamo di ribellarci, di denunciare il racket del pizzo, di non cedere alla tentazione di vivere nella zona grigia per fare affari con le mafie, oppure non ci sarà futuro per il nostro Paese.
La sfida è tutta nella costruzione di una grande azione educativa di liberazione nazionale: dobbiamo organizzare una nuova Resistenza. Dobbiamo colpire il cuore ideologico della pedagogia mafiosa: paga e taci, taci e paga perchè tanto non c\’è alternativa.
Le cose, invece, possono cambiare. Dipende soltanto da Noi. Proviamoci, Amici miei. Facciamo rete insieme. Non isoliamo chi denuncia. Rompiamo il muro dell\’omertà.
Proviamo ad essere tutti insieme e fin in fondo PADRONI DELLE NOSTRE VITE. Il Domani appartiene a chi ha il coraggio di vivere i propri sogni.