\”Siamo con la Procura di Torino e la Magistratura. E\’ davvero sorprendente, e preoccupante, l\’atteggiamento dei cittadini di Leinì che hanno accolto con una grande ovazione l\’ex sindaco del comune arrestato per mafia e appena scarcerato, ma ancora sotto accusa nel processo Minotauro per collusioni con la \’ndrangheta. Nella lotta alla mafia è decisivo l\’atteggiamento della gente. E\’ vero: tutti sono innocenti fino all\’eventuale condanna. Tuttavia comportamenti come quelli odierni sono decisamente fuori luogo e inopportuni. Per tali ragioni, nell\’esprimere pieno sostegno e fiducia all\’azione antimafia della Procura di Torino, invitiamo tutti a riflettere seriamente su quanto accaduto. Una brutta pagina davvero per Leinì, il Piemonte, la Democrazia. AMICI DI PINO MASCIARI\”
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Fonte: La Stampa – L’ex sindaco torna libero. Leinì lo applaude come un re
Cappotto blu, completo scuro e cravatta viola. Sono circa le 11 quando fa la sua apparizione tra lo stupore generale. L’occasione è l’inaugurazione del nuovo asilo nido, a Leini. Il nastro è appena stato tagliato da un gruppo di bimbi, mentre il prefetto di Vercelli Giovanni Icardi, uno dei tre commissari governativi che dallo scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni mafiose, governa la città con i colleghi Rita Piermatti e Flavia Pellegrino, legge un breve documento, quando Nevio Coral, l’ex sindaco della città, imputato nel processo «Minotauro» con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ossia di aver fatto affari con la ‘ndrangheta, varca la soglia della nuova struttura.
Carezze ai bambini
Nell’ingresso ci sono intere famiglie con bambini al seguito, rappresentanti delle associazioni locali, insegnanti, semplici cittadini. L’attenzione di tutti si concentra subito su di lui, tutti gli occhi sono puntati e le parole si fermano. Coral, da venerdì pomeriggio è un uomo libero. Il giudice, infatti, gli ha revocato gli arresti domiciliari che da mesi lo tenevano separato dal mondo. In tanti gli si fanno subito incontro, gli sorridono. Qualcuno azzarda: «Finalmente è tornato. Meno male». Lui saluta tutti, sorride, accarezza i bambini.
Un lungo abbraccio è destinato ai suoi ex consiglieri, Angela Ricco Pitta e Monica Zanini, presenti alla cerimonia. Poi è la volta del parroco, don Carlo Fassino, che sulla vicenda ha sempre tentato di smorzare i toni. Applausi, strette di mano e abbracci: Coral visita tutte le aule, mentre la folla gli si fa incontro con aria rassicurante, solo qualcuno, sconceretato dall’accoglienza che gli viene riservata, mugugna in un angolo “ma non si vergogna? Un po’ di pudore non guasterebbe!”.
Accuse dimenticate
E’ una voce fuori dal coro. Leini o meglio una buona parte di leinicesi che mai ha creduto davvero alla sua colpevolezza, è come se all’improvviso la città avesse ritrovato il suo re, come se a nessuno importassero le pesantissime accuse, le indagini. Qualcun’altro prova a sottolineare a denti stretti: «Va beh, gli hanno tolto i domiciliari, ma continua a essere imputato. Mica lo hanno assolto ancora». Tutto è, infatti, ancora da decidere. Ma a nessuno sembra interessare». Coral osserva tutti e si gode la libertà, accompagnato da un’incredibile e quanto mai imprevedibile bagno di folla. Una scena (quasi) insolita per Leini, per il Piemonte, per il Nord.