Nel momento in cui un privato cittadino sceglie di denunciare i soprusi della mafia, egli compie questa nobile azione sicuramente per uno spiccato senso civico, per aggiungere una tessera al puzzle della legalità, al termine del quale avremo un Paese migliore. Ma questa è soprattutto un passo che vuole tendere alla libertà. Chi lo compie vuole riappropriarsi della propria esistenza. Ma è così semplice essere padroni delle proprie vite? Pino Masciari, imprenditore calabrese, è stato il primo a denunciare i mali della \’ndrangheta, a fare i nomi di colpevoli, privati cittadini, politici, e addirittura magistrati, collusi con le associazioni mafiose. Ha fatto arrestare i capi mafiosi delle quattro province calabre, ha fatto tremare l\’intera punta dello Stivale e ora, ora che si è sacrificato per lo Stato? Oggi Masciari si ritrova solo con la propria famiglia e senza una scorta stabile e permanente che lo protegga. Deve vivere una vita da esule, lontano dalla propria terra, in un esilio che dura ormai da vent\’anni, disoccupato per aver parlato, per aver testimoniato per lo Stato. Molti studenti dei licei Classico e Scientifico e della scuola media “F.P Losapio“ di Gioia del Colle il 24 gennaio 2013, hanno assistito catartica mente alla rappresentazione teatrale \”Padroni delle nostre vite\”, inscenato dalla compagnia SciaraProgetti. La vita di Pino Masciari è stata ripercorsa nei punti che hanno segnato il suo cammino verso la libertà: la sua infanzia trascorsa felicemente nell\’azienda del padre, la giovinezza, nella quale ha prima contribuito ad accrescere l\’importanza dell\’azienda di famiglia e, poi ne ha preso le redini alla morte del genitore, i numerosi \”no\” detti alla \’ndrangheta, la denuncia, il totale stravolgimento della sua vita.
Fragorosi applausi hanno accolto Masciari al termine della rappresentazione, poi un breve ma intensissimo discorso.
Un appello accorato a tutti i ragazzi per parlare con i propri genitori, per affrontare il tema \”mafia\” in famiglia, per cominciare a combattere! Nel pomeriggio l\’imprenditore calabrese è stato ricevuto dalle autorità civili e da numerosi astanti nell\’aula consiliare di Palazzo San Domenico. Dopo un accorato saluto da parte delle autorità, ha finalmente preso la parola Masciari per un nuovo appassionato discorso. Egli teme fortemente per la sua vita, ormai è senza una scorta fissa. A molti farebbe comodo la sua morte, probabilmente dopo gli verrebbero dedicate strade, tributati onori, ma i veri colpevoli chi sarebbero? I mandanti, certamente, gli esecutori della condanna, ma anche lo stato avrebbe la sua porzione di colpa, più o meno grande. Lo Stato, lo stesso al quale Masciari ha dedicato la sua esistenza, non lo sta ripagando adeguatamente, non gli sta garantendo la dovuta sicurezza, lo sta mettendo in pericolo. Lo stato dovrebbe stare vicino a questi grandi uomini quando sono in vita, quando lottano per il bene comune, per appoggiare e incentivare la loro opera. Lo stato sta attraversando un momento difficile della sua storia, un momento di crisi: ci sono aziende che chiudono, lavoratori in cassa integrazione, ma c\’è un\’azienda nel nostro Paese che non conosce crisi, l\’azienda Mafia. La mafia è colpevole in gran parte anche del disastro economico, se gli imprenditori hanno difficoltà a investire è perché si ritroverebbero in situazioni particolari, che non permetterebbero loro di svilupparsi in autonomia, pizzini imposti da pagare, imposizioni di assunzione di lavoratori. Chi mai dall\’estero può venire ad investire nel Bel Paese? Masciari quasi non ha più paura della morte: è stato già ucciso, per questo egli continua ad avere il coraggio di recarsi nei posti in cui viene invitato, di portare in giro per l\’Italia la propria testimonianza. Egli crede nel cambiamento, bisogna sapersi organizzare, sostenersi a vicenda tra cittadini, bisogna cambiare la mentalità della gente, succube e talvolta consenziente ai giochi dalla mafia. Al termine dell\’appassionato discorso, il sindaco Sergio Povia ha conferito tra gli applausi la cittadinanza onoraria a Giuseppe Masciari, non una semplice targa, ma un legame di amicizia che ci auguriamo porti ad una valida collaborazione delle autorità e della cittadinanza di Gioia del Colle con l\’imprenditore calabrese. Masciari ha ringraziato infine tutti i presenti e le autorità che a differenza di quelle di altri paesi meridionali si sono dimostrate presenti all\’incontro e ha dedicato la sua cittadinanza onoraria a tutti noi gioiesi e alla Prof.ssa Grazia Procino che tanto si è adoperata per il suo conferimento e al prof. Leopoldo Attolico.
di Dario Motta III A Liceo Classico di Gioia del Colle