Un messaggio forte, determinato, quello che Pino Masciari, lancia a noi giovani liceali, dal palco del teatro “Rossini”. Uomo di grande umiltà, di grandi valori, l’ imprenditore calabrese anti-‘ndrangheta, è tornato il 24 gennaio per la terza volta a Gioia del Colle come protagonista dello spettacolo “Padroni delle nostre vite”. Ispirato alla sua esemplare storia di lotta contro la ’ndrangheta, la più forte delle mafie italiane, lo spettacolo ha soddisfatto pienamente le aspettative del pubblico di ragazzi dei licei gioiesi. “Io praticamente nei cantieri ci sono nato, mi portava mio padre quando ero piccolo” esordisce l’eccezionale attore che interpreta Pino Masciari, come nel libro “ Organizzare il coraggio”. All’inizio Pino si occupava degli affari del padre nell’azienda di famiglia, ma poi si mise in proprio partecipando agli appalti pubblici, caparbiamente , come aveva sempre fatto. Non voleva sottostare al giogo di una mafia, infiltrata nel tessuto economico e sociale della società calabrese, quanto in quella di tutta Italia. Pino denuncerà ogni crimine della ‘ndrangheta, dando inizio a una storia di coraggio e legalità, ma anche di incredibile esilio e isolamento. Inizierà il suo calvario e quello della sua famiglia, della moglie Marisa e dei figli Francesco e Ottavia, spostati come pacchi dai NOP. I Masciari non avevano più la loro identità, non avevano certezze, solo dubbi. Non erano sicuri neanche nelle località protette, la scorta li abbandonava spesso, soprattutto nelle zone più a rischio, dove c’erano i magistrati, i boss e gli affiliati che lui aveva denunciato. Non si è mai tirato indietro, ha continuato su quella strada, la più giusta, quella della legalità. Non ha ceduto alla forza del denaro, del potere e ha continuato a lavorare per uno Stato che ha bisogno di uomini come Pino Masciari, sua moglie e la famiglia che l’ha accompagnato e sostenuto nella sua scelta di legalità. Ma come si fa ad incoraggiare gli uomini a denunciare se poi si deve avere lo stesso destino di Pino e della sua famiglia? Si vive come esiliati dalla propria terra, si convive con una paura costante che pervade l’uomo e gli impedisce di vivere serenamente. Ma per Pino invece sono stati fondamentali gli amici, che l’hanno accompagnato, l’hanno sostenuto, l’hanno aiutato con il blog e la rete. Pino Masciari che è intervenuto dopo lo spettacolo, ha pronunciato queste parole “Sono pronto a morire per lo Stato, ma non per il potere”. E’ seguito il silenzio di tutto il pubblico di fronte a un uomo che non si risparmia ed è pronto a tutto. Anche nel pomeriggio durante la cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria del comune di Gioia del Colle, Pino ha ribadito le stesse parole, servitore di uno Stato, che con tutti i difetti possibili, è sempre lo Stato a cui Pino ha giurato di essere sempre fedele. Masciari rifiuta il potere, quello che rappresenta una delle piaghe maggiori della società. E lo ha fatto anche praticamente: più volte in passato gli è stato richiesto di divenire parlamentare con varie liste, ma non ha accettato. Da parlamentare avrebbe avuto uno stipendio e la scorta. La scorta, quella che nella vita di Pino non c’è mai stata sebbene la sua vita fosse in pericolo. Avrebbe combattuto per risolvere i problemi di uno Stato, ma Pino Masciari non è voluto diventare uno della Casta. Uno dei privilegiati, che da Montecitorio guarda il ceto sociale dall’alto verso il basso. Lui vuole guardare l’altro, i cittadini onesti, direttamente negli occhi.