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di Andrea Sportelli V B Liceo Classico di Gioia del Colle

 

Lo spettacolo teatrale “Padroni delle nostre vite” è davvero un generatore di emozioni forti, che spaziano dall’ira, alla disperazione, alla paura.
Non per nulla porta al pubblico la vita turbolenta di Pino Masciari e della sua consorte Marisa, entrambi ribellatisi ai soprusi della ‘ndrangheta e dei conseguenti fitti intrecci politici.
L’interpretazione del protagonista, nonché unico attore effettivo, escludendo alcune brevi comparse, rende appieno l’idea di ciò che avviene, il quando, il come e i perché.
Per un’intensa ora siamo posti davanti alle vicende che hanno portato la famiglia Masciari a svelare i progetti mafiosi dai boss locali ad altolocati politici, passando per momenti di totale abbondono nei confronti della famglia più temeraria di Serra San Bruno.
Dopo la conclusione dello spettacolo e il doveroso applauso al protagonista, Ture Magro, è intervenuto il vero Pino, il reale padrone della sua vita, che ha tenuto un rincuorante discorso innanzi a noi giovani, nel quale rimarcava l’importanza dell’Istruzione; dopotutto, si sa, che un popolo di gente consapevole è più minaccioso di un branco di bifolchi.
Durante il congedo, non pochi tra noi hanno scorto una lacrima su alcuni visi, sia nel pubblico che nell’imponente figura del testimone di giustizia.
Che sia stata nostalgia, pentimento o gioia, non ci riguarda.
Ciò che ci interessa è che siamo tutti riconoscenti a Pino e a Marisa per quello che hanno fatto e continuano a fare tutt’ora.

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