di Rita Badagliacca
IV A Liceo Classico dioia del Colle
“Quando il tuo corpo non sarà più, il tuo spirito sarà ancora più vivo nel ricordo di chi resta. Fa’ che possa essere sempre di esempio”.
Fra l’ inchiostro di queste righe delle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana”, emergono le parole di eroi, di uomini che hanno dato un senso alla loro vita, hanno avuto uno scopo, un ideale per cui battersi, per cui vivere. Uomini che non si sono mai arresi e hanno lottato fino alla fine, portando a termine il loro compito da Veri Patrioti, hanno lottato per la Nostra Patria, la Nostra Nazione, per un’ Italia Unita.
Muoiono orgogliosi della loro vita, di quello che hanno compiuto e portato a termine e sperano che un giorno vengano sconfitti tutti quegli uomini che non hanno mai avuto un minimo di dignità e di umanità verso tutti i bambini e le donne innocenti.
E’ arrivato il momento in cui il Fato ha deciso anche per loro: giovani universitari, donne, uomini salutano i loro cari con il sorriso e la sicurezza che rimane impressa tra le righe di quelle lettere, di quei fogli, ove le parole comunicano un addio.
Con una grande lucidità di mente e di spirito, muoiono fieri, anche se sulle loro ciglia brillano lacrime, lacrime amare; vanno incontro alla morte con risolutezza, il loro animo è sereno, non hanno paura, perché sono Eroi. Guardando serenamente il destino e sapendo che sarebbe finita così, avrebbero voluto abbracciare per un ultimo piccolo istante i loro familiari, per far sì che essi potessero attingere da loro la tranquillità trasmessa.
Anche le parole dei giovani universitari, degli adolescenti, trasmettono uno stato di quiete, di sicurezza, non si perdono d’animo, muoiono per aver servito un’ idea e sono convinti che la loro opera sarà di esempio.
Hanno giocato la carta più importante della loro vita, ma il destino ha voluto che finisse così e arriva sempre nella vita il momento in cui chi ha vissuto per un ideale deve, alla fine, abbandonare le parole.
E, quando arriva il momento in cui è una mamma, una donna che si è sacrificata durante tutta la sua vita, a dire addio alla propria figlia, è un momento indescrivibile, che si può narrare solo vissuto in prima persona, dove sono le parole che contano.
Emerge in queste lettere soprattutto il sentimento per la propria Patria; uno studente di giurisprudenza di 19 anni, Giacomo Ulivi, ritiene che per diventare una Nazione unita, dovremmo prima di tutto “rifare” noi stessi, cambiando, aiutandoci a vicenda, cercando di affrontare la realtà con virtù e onore, senza essere più falsi con noi stessi, senza scoraggiarsi, ma con una grande sete nel cuore.
Noi siamo orgogliosi dei Nostri Patrioti, i quali rimarranno sicuramente una figura importante tra le pagine della nostra vita, della nostra storia.
“W L’ ITALIA!”