di Domenica Cici IV A Liceo Classico di Gioia del Colle

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“Ama il tuo sogno” è una storia d’amore nata per caso tra un bambino e un Paese, raccontata da Yvan Sagnet . Il bambino è Yvan che nel 1990 aveva 5 anni e il Paese è l’Italia. Yvan Sagnet arriva dal Camerun anche grazie alla passione per il calcio. Ma scopre il lato peggiore dell’Italia. Si iscrive al Politecnico di Torino e per mantenersi agli studi, compie lavoretti come cassiere al supermercato e nell\’estate del 2011,si trasferisce per qualche settimana presso la Masseria Boncuri, vicino a Nardò, in Puglia, per lavorare come bracciante per la raccolta di pomodori e riuscire a guadagnare qualche euro in cambio di dodici ore di lavoro. Ma la sofferenza, lo scontento, la rabbia e l’amarezza alle volte si concretizzano in un gesto: la rivolta.
Così, Yvan si trova a rappresentare i tanti che in quell\’estate 2011 non ce la fanno più, e finisce suo malgrado col diventare un simbolo. Un eroe che lotta per i diritti dell’uomo, contro lo sfruttamento dei migranti nelle campagne pugliesi. Un uomo che vuole arrivare fino in fondo, non badando ad ostacoli e mettendo a repentaglio la sua vita, pur di lanciare un messaggio ai tanti braccianti che non sanno nemmeno di avere dei diritti. Nell\’arco di un’estate Yvan Sagnet prova sulla sua pelle come ogni miglioramento, per piccolo che possa sembrare, ha bisogno di tempo per concretizzarsi, e soprattutto ha bisogno di lotta.
Dopo aver portato la situazione all\’attenzione dei media, grazie anche all\’ interessamento attivo di alcune associazioni (fra tutte Finis Terrae e BSA), cresce la sensibilità generale per la questione dei braccianti e del caporalato.
Un uomo che, a mio parere, ha cambiato o almeno, ha tentato di cambiare il sistema illegale presente nelle terre dell’oro rosso e non solo. Un uomo che ha lasciato un segno nel cuore di coloro che si sono liberati dalla condizione di schiavitù e in quello di coloro che, come me, hanno letto la sua storia. Una storia che parla di un bambino; un bambino che ama l’Italia e la Juventus e che ripone enorme stima nei confronti di Enrico Mattei e Nelson Mandela, uomini che si sono ribellati grazie al coraggio di andare “contro”. Un bambino che arriva in Italia e si ritrova ad essere quell’uomo che tanto stimava. Un uomo che nel suo libro lancia un messaggio di speranza a tutti coloro che vogliono cambiare qualcosa per migliorarla o trasformarla.
Le idee servono a poco senza la forza di un gesto che le trasformi; questo ci ha insegnato quel bambino diventato eroe che prende il nome di Yvan Sagnet.

 

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