Continua a slittare il decreto per il pagamento alle imprese dei debiti contratti dallo Stato. Muore così facendo l\’impresa e di conseguenza la speranza per il futuro del Paese.
Muore l\’impresa ogni qualvolta il lavoro fatto non viene pagato. Muore l\’impresa ogni volta che è costretta a pagare il pizzo alle mafie e ai politici. Muore l\’impresa quando si umilia chi la dirige costringendolo al suicidio. Muore l\’impresa schiacciata dal peso della burocrazia tangentizia. Muore il nostro futuro.
La Politica ha offeso l\’impresa e umiliato il lavoro. Dovrebbero vergognarsi questi parassiti che campano sul sudore di onesti padri di famiglia. Adesso basta! Tuteliamo il lavoro! Riprendiamoci il Presente, liberiamolo da questi incapaci.
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Fonte: Ansa – Decreto entro lunedi\’ Aumento Tares a dicembre
Il governo varerà il decreto legge per lo sblocco delle risorse per i pagamenti dei Comuni alle imprese entro fine settimana o al più tardi lunedì prossimo. Lo ha detto il presidente dell\’Anci Graziano Delrio dopo l\’incontro con il governo, aggiungendo che da subito saranno disponibili 7 miliardi di euro
Nuovo rinvio del Consiglio dei ministri che oggi doveva definire il testo del decreto sui debiti commerciali della Pubblica Amministrazione. Il ministro Grilli, d\’accordo con Passera, ha infatti manifestato a Monti la necessità di \”proseguire gli approfondimenti\” dopo le risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato. La riunione, che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni, era gia\’ slittata questa mattina dalle 10 alle 19.
Le associazioni delle imprese hanno ricevuto un invito, a quanto si apprende, per una riunione questa sera alle 18:30 al Ministero dell\’Economia con il capo di gabinetto ed il capo dell\’ufficio legislativo. Sul tavolo, per un confronto che sarà probabilmente a livello tecnico (nell\’invito non si farebbe riferimento all\’eventuale presenza del ministro), il nodo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione
Confronto a Palazzo Chigi tra il governo e Anci, che dovrà affrontare i temi legati al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e la nuova tassa sui rifiuti (Tares). Per il governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il ministro per l\’Ambiente Corrado Clini e il titolare per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca. Entrando a palazzo Chigi il presidente dell\’Anci, Graziano Delrio, è tornato a ribadire che \”lo sblocco delle risorse per il pagamento alle imprese è urgente e indispensabile, soprattutto perché i comuni non hanno bisogno di trovare risorse visto che queste sono già a disposizione dei sindaci. Noi non vogliamo aspettare – ha esortato – e speriamo che nelle prossime ore una soluzione definitiva venga messa a punto dal governo\”.
Nel provvedimento per il pagamento dei debiti della P.A. non è prevista la possibilità di aumentare l\’addizionale Irpef regionale, anticipando a quest\’anno la maggiorazione che scatterà nel 2014. L\’ipotesi non è contenuta nel testo oggi in arrivo al Cdm.
PD E PDL CONTRO IL RINVIO – \”Rinvio inopportuno, chiederemo chiarimenti al governo nel corso delle prossime ore\”. Così il vicepresidente della commissione speciale sugli atti di governo, il deputato del Pd Pier Paolo Baretta, commenta il rinvio del Consiglio dei Ministri di oggi che avrebbe dovuto approvare il decreto sui debiti della pa. \”La risoluzione approvata ieri dalla Camera- aggiunge Baretta- è molto chiara e semplice e consente l\’immediato varo del decreto. Non si capisce, pertanto, il rinvio da parte del governo\”.
\”A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina. E il rinvio \”sine die\” del Consiglio dei ministri che doveva approvare il decreto per il ripiano dei debiti della P.A. la dice lunga sulle reali intenzioni del governo\”. Così Osvaldo Napoli (PdL), sindaco di Valgioie ed esponente Anci. \”Monti – dice – pensava a uno strumento a lui ben noto: le tasse. Nuove e obbrobriose tasse da scaricare sui contribuenti sfiniti per trovare le risorse da girare alle imprese. La sollevazione del Parlamento e dell\’Anci ha portato allo scoperto le reali intenzioni dell\’esecutivo che si è trincerato dietro un diplomatico bisogno di \”approfondimento\” per non provocare qualche insurrezione. Domanda: come farà, un esecutivo senza la fiducia sul programma, a porre la fiducia su un decreto?, conclude Napoli.
MONTI CHIAMA REHN, RISPETTEREMO 3% DEFICIT – Mario Monti ha chiamato oggi Olli Rehn per informarlo sui contenuti del decreto per i debiti della P.A. e rassicurarlo che l\’Italia rispetterà \”gli impegni di mantenere il deficit sotto la soglia del 3% del Pil\”. Lo riferisce all\’ANSA il portavoce della Commissione Ue, Olivier Bailly. La telefonata è durata \”quasi un\’ora\”. Dopo la telefonata con Monti il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, \”ha preso nota di questo avanzamento positivo\” e \”ha chiesto ai suoi servizi di esaminare immediatamente i termini del decreto\”.
\”Da notizie riportate da alcuni mezzi di informazione, la bozza di decreto per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese, oggi in Consiglio dei Ministri, conterrebbe un\’anticipazione della possibilità di aumento dell\’addizionale Irpef dal 2014 al 2013. Se così fosse, sarebbe una misura inaccettabile sia nel merito che nel metodo\”. Lo sottolinea Stefano Fassina, responsabile Economia del PD, spiegando che lo è, \”nel merito, perché un ulteriore aumento di imposte aggraverebbe la pesante recessione in corso e annullerebbe gli effetti anticiclici dello sblocco dei pagamenti finanziato a debito\” e \”nel metodo, perché ieri il Parlamento ha approvato le risoluzioni sulla Relazione di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza nella quale non vi è alcun riferimento all\’anticipo della misura né accenni sono stati fatti dai ministri auditi dalle Commissioni Speciali di Camera e Senato\”. \”Auspichiamo – conclude Fassina – che si tratti di errore e che il Governo confermi quanto contenuto nella Relazione vagliata dal Parlamento\”.
\”Ci auguriamo che alla fine le ragioni delle imprese vengano riconosciute\” dice, in vista del decreto sui debiti della P.A. oggi in Consiglio dei ministri, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Che avverte: \”Le imprese stanno soffrendo disperatamente per mancanza di credito. C\’é un senso di disperazione che sta affliggendo tanti imprenditori. Serve un segnale forte per poter pensare ad una ripartenza dell\’economia reale del Paese\”.
Dai 10 saggi voluti dal capo dello Stato \”potrebbero arrivare delle proposte ed una spinta nella direzione giusta\”, commenta il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Per il leader degli industriali \”sicuramente il presidente Napolitano nella sua grande saggezza ha fatto una mossa che merita di essere considerata. Aspettiamo – aggiunge – di vedere i risultati\”.
Nessuna intesa per ampliare i poteri della commissione speciale della Camera e consentire l\’esame del dl sui debiti della P.A.. E\’ quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo, dove si è registrato il no del M5s al contrario della posizione espressa dagli stessi rappresentanti grillini in commissione. Sul tema voterà l\’Aula martedì.
Il decreto sui pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni \”non conterrà aumenti di imposte\”. Lo ha assicurato il ministro dell\’Economia, Vittorio Grilli, intervenendo a Porta a Porta. Grilli ha spiegato che per il pagamento dei debiti commerciali \”non c\’é bisogno di copertura o di soldi. Non sono nuove spese – ha chiarito – stiamo pagando spese già fatte e già contabilizzate\”. La necessità di rivedere dello 0,5% i target di deficit previsti dal Def dipendono dal fatto che le spese sono state contabilizzate nei bilanci dei comuni ma \”non a livello aggregato di paese\” ai fini europei. Difficile infine secondo il ministro fare una stima dell\’ammontare dei debiti: \”non c\’é ad oggi la possibilità di avere una puntuale ed istantanea fotografia\”, ha detto ma il decreto punterà anche a questo obiettivo. Nelle stime circolate finora comprese tra i 70 e i 90 miliardi \”bisogna distinguere: perché dentro – ha aggiunto Grilli – ci sono debiti che non sono ancora in ritardo\”.
Tra il Tesoro e il ministero dello Sviluppo Economico \”non c\’é alcuna contrapposizione\” sul decreto per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Lo ha esplicitato il ministro dell\’Economia Vittorio Grilli spiegando che il rinvio del Cdm che doveva esaminare il decreto è \”di pochissimi giorni e non nasconde nessun mistero\”. \”Non c\’é alcuna contrapposizione con Passera sulle imposte – ha detto a Porta a porta – non esiste\”. La decisione di rinviare l\’esame e l\’approvazione del decreto è stata presa nella convinzione che \”qualche giorno in più avrebbe permesso una redazione molto migliore del dl\”, grazie anche, ha spiegato Grilli, all\’interlocuzione con gli imprenditori e le pubbliche amministrazioni. Si tratta, ha proseguito, \”di un decreto importantissimo sia per l\’impatto sull\’economia sia perché sarà una svolta nei comportamenti della P.A. nei rapporti con le imprese\”. L\’obiettivo immediato del governo è quello di cercare ora \”di semplificare al massimo\” le procedure\”. \”Il decreto – ha concluso – è un\’azione così massiccia di immissione di liquidità che deve essere fatto bene\”.
ARRIVA SBLOCCO,VERSO AUMENTO IRPEF REGIONI – Il primo passo è stato fatto. Il Parlamento, all\’unanimità sia alla Camera che al Senato, con il benestare anche del Movimento 5 Stelle, ha approvato l\’aggiornamento del Def che contiene le necessarie correzioni di finanza pubblica che permetteranno i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Oggi doveva toccare al governo compiere il secondo \’step\’ decisivo, con il decreto all\’esame del consiglio dei ministri per lo sblocco di 40 miliardi di euro in due anni. Sul testo si sta lavorando fino all\’ultimo momento, ma tra le ipotesi spunta anche quella di un possibile anticipo al 2013 dell\’aumento dell\’addizionale regionale Irpef. Una mossa che permetterebbe di reperire almeno parte delle risorse da destinare alle imprese, a cui verrebbero quindi girati i maggiori incassi delle Regioni. L\’intervento del governo sarà \”rapido\”, ha assicurato ieri I il ministro dell\’Economia, Vittorio Grilli, ma avrà come limite \”invalicabile\” quello di mantenere il deficit sotto il 3%. Per questo la soglia del 2,9% indicata nell\’ultima versione del Def deve essere \”salvaguardata\” e mai superata.
I pagamenti di debiti di parte capitale, compresi quelli delle Province in favore dei Comuni, maturati al 31 dicembre 2012, verranno quindi innanzitutto esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno. La priorità assoluta verrà data alle imprese piuttosto che alle banche, alle quali andrà, come indicato dallo stesso ministro solo prima di Pasqua, una parte \”minoritaria\” dei 40 miliardi. La cifra verrà ripartita tra Stato, sanità e Regioni, Province e Comuni: agli enti locali, ha spiegato Grilli, andranno 12 miliardi nel 2013 e 7 miliardi nel 2014, alla sanità 5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014 e allo Stato 7 miliardi in due anni. Per assicurarsi che le amministrazioni siano solerti nei pagamenti, ora come negli anni a venire, saranno previste sanzioni contro i ritardatari. Clausola questa prevista anche nella risoluzione parlamentare approvata al Senato: il provvedimento per il pagamento dei debiti, si legge infatti, dovrà \”monitorare il rispetto degli adempimenti da parte delle amministrazioni beneficiarie, sanzionandone l\’inerzia\”. E dovranno essere inseriti anche \”elementi cogenti per rendere obbligatoria, dal parte della P.a. l\’adesione al piano straordinario di pagamento dei debiti\”.