Ancora donne, ancora ragazze. E’una fredda domenica di maggio, e non è il freddo che mi fa rabbrividire, ma l’orrore, orrore allo stato puro, quello che mi pervade leggendo dell’ultimo “femminicidio” un argomento che speravo di non dover più affrontare. Ancora donne, ancora ragazze, morte in nome di amori malati. E’ un elenco infinito che si allunga sempre di più, il dolore e la rabbia sono incontenibili.Non può essere chiamato amore il sentimento che arma la mano di un uomo. L’ultimo in ordine di tempo. Lei 15, lui 16 anni, mi chiedo che amore era se ha potuto farle questo. Cosa ha fatto si che un ragazzino di 16 anni, potesse covare dentro di se, così tanto \” amore\”, verso una ragazzina di 15 da ucciderla a coltellate e poi bruciarla. Che insegnamenti gli sono arrivati dal mondo esterno, dagli adulti che ha intorno, dagli amici.Ha percepito sempre e solo violenza attorno a lui. Io non credo che parlare di emergenza sia corretto, le discriminazioni, le lesioni fisiche, le offese, fanno capire che si tratti di un fenomeno molto ben radicato e strutturale, ed è necessario dare un alt. Non basta sempre e solo parlare, ma serve aiuto concreto, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, per tutte le donne in difficoltà con uomini, che siano essi mariti, padri, fratelli o fidanzati. Serve smetterla di strumentalizzare il problema, da destra o sinistra, girandoci intorno senza fare nulla,attivarsi con una politica concreta, fatta di prevenzione e sensibilizzazione.