Gli investigatori coordinati dal capocentro Sergio Molino hanno «congelato» 7 milioni di beni intestati (o riconducibili) a Salvatore Demasi, detto Giorgio, considerato dagli inquirenti il «padrino» a capo della «locale» di Rivoli, legato alla cosca Romeo-Pelle-Vottaro di San Luca; immobili per 10 milioni legati a Giovanni Iaria, morto alcuni mesi fa, ritenuto un esponente della «locale» di Cuorgné, e altri 4 milioni e mezzo di immobili al fratello, ritenuto il capo della «locale» della cittadina canavesana; altri 200 mila euro di beni (quote di un bar, un alloggio e un’auto) a Cosimo Catalano, considerato un affiliato alla «locale» di Siderno a Torino.