L’aumento dell’Iva dal 21 al 22% decisa dal Governo, in vigore da martedì, arriva proprio nel periodo peggiore che il commercio, a livello nazionale e locale, sta vivendo.
Il primo effetto sarà purtroppo quello di un ennesimo calo dei consumi, proprio in un momento in cui il reddito imponibile delle famiglie è già sceso del 2% e il potere di acquisto è diminuito del 4,7%, il dato peggiore dal 1990.
Quanto dovremo ancora aspettare per vedere segnali di ripresa o, perlomeno, dati che non siano con il segno negativo?
Quanto dovremo ancora sentir parlare di imprenditori che licenziano e negozi che chiudono?
Se non si corre ai ripari immediatamente, a dicembre il panorama nazionale potrebbe essere ancora più desolante dato che, per ragioni fiscali e contabili, la maggior parte delle cessazioni si effettuano alla fine dell’anno.
Servono manovre URGENTI e di grande portata, puntuali ed efficaci, prima che si arrivi a conseguenze irreversibili. E in questo caso non è esagerato di parlare di \”una questione di vita o di morte\” per migliaia di italiani.