La \’ndrangheta non risparmia nessuno.
Neanche i territori che sino a qualche anno fa ne erano indenni, o che si facevano ricordare per la bellezza del paesaggio o per essere teatro di storie meravigliose come quella di Don Camillo e Peppone.
Da una ventina d\’anni infatti, anche la cittadina usata da Guareschi come scenario per gli scontri del prete e del sindaco Peppone, è diventata terreno di conquista da parte della criminalità organizzata.
Pochi giorni fa proprio a Brescello il primo sequestro patrimoniale preventivo anticipato in Emilia e uno dei primi al Nord.
Una volta era solo un paesino della Bassa reggiana, nel quale si combatteva la lotta di classe tra operai e padroni ma anche tra parrocchia e mangiapreti. Un paese nel quale il crocefisso parlava a don Camillo, il quale chiedeva perdono per aver giocato qualche tiro mancino al sindaco Peppone. Oggi, invece, Brescello sembra essere diventato terreno fertile per la criminalità organizzata, tra arresti, sequestri di beni e minacce alla segretaria della Lega.