Reggio Calabria – Ancora un duro colpo alle finanze della malavita organizzata.
La polizia di Stato, a conclusione di una complessa attività d\’indagine condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e coordinata dalla locale Procura distrettuale antimafia, sta eseguendo un provvedimento di confisca di beni, per un valore di cinque milioni di euro, nei confronti di alcuni esponenti della cosca Lo Giudice della \’ndrangheta.
La confisca è stata fatta in esecuzione di una sentenza emessa dal Gup di Reggio Calabria.
I beni confiscati consistono in immobili, società e ditte individuali, tutte con sede a Reggio Calabria, che i Lo Giudice avevano attribuito fittiziamente a terzi soci accomandatari, accomandanti ed intestatari al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Proprietari effettivi dei beni erano Domenico e Giovanni Lo Giudice, fratelli del capo della cosca Antonino, ex collaboratore di giustizia, arrestato il 15 novembre scorso dalla Squadra mobile di Reggio Calabria dopo oltre cinque mesi di latitanza.
In Busto Garolfo, Provincia di Milano, sulla direttrice (dalla variabile inclinazione) che passa mediamente dagli incroci tra le Vie XXIV Maggio – Alfredo di Dio e Vie Carlo Cattaneo – Ciro Menotti, vi sono individui che si appostano per emettere, lungo la stessa direttrice, radiazioni elettromagnetiche intense, ed in fasci, in grado di attraversare le pareti, oppure, meno probabilmente, onde di pressione tipo ultrasuoni od infrasuoni.
Probabilmente vogliono colpire persone o residenti per farli allontanare o per scopi economici o vendette, nascondere malefatte.
Usano apparecchi collocati al chiuso oppure si spostano su furgoni. Usano emetterle per periodi di tempo di durata incostante, quasi impulsi di decine di secondi e poi ridurle. Vengono forse utilizzate interferenze di più emittenti. Alcuni che ne sono consapevoli forse omettono di segnalare, per complicità o per insensibilità agli effetti, oltre ovviamente coloro che sono i responsabili.
Tali emissioni aumentano molto d’intensità verso sud ed in particolare approssimandosi all’incrocio tra Via Maroncelli – Via Baracca verso Via Sciesa (apparentemente passando per un condominio).
Essendo variabile l’orientamento della provenienza e direzione, pare che l’area entro cui ricadono incluse altre possibili direttrici sia quella delimitata dalle seguenti rette: la retta passante dall’incrocio tra le Vie Ludovico Ariosto – IV Novembre e l’incrocio tra le Vie Ciro Menotti – Via del Roccolo e la retta passante dall’incrocio tra le Vie XXVI Maggio – Via San Francesco e l’incrocio tra le Vie P. Maroncelli – Fratelli Rosselli.
I responsabili sono forse delinquenti abituali, forse pregiudicati; potrebbe però trattarsi di un gruppo temporaneo collegato alla criminalità organizzata. Sfortunatamente vista la “costanza” potrebbe trattarsi di un’organizzazione in espansione, forse una setta, forse con diversi interessi ed appoggiata da appartenenti a diversi ambienti dell’economia e società, professioni incluse.