Una giovane studentessa, una delle tante a cui sta stretta l\’indifferenza, ci relaziona in merito alle giornate di Pino a Cosenza.
Una giornata intensa, quella dell’ undici dicembre, per Pino Masciari. Doppio incontro: in mattinata con gli studenti dell’Università della Calabria e durante il pomeriggio a Marano Principato in provincia di Cosenza. L’iniziativa “Sud libera Sud” , insieme ad altri, non poteva avere migliori relatori di Pino Aprile e Pino Masciari. Un seminatore di legalità Pino. In giro per l’Italia per dimostrare che il cambiamento è possibile. Simbolo di speranza non astratta ma reale, concreta. Pino è la dimostrazione in carne e ossa della possibilità di cambiare uno stato di cose. Pino ha dato voce al suo coraggio, ha sempre camminato a schiena dritta con gli occhi rivolti al meraviglioso blu del cielo. E lo ha fatto in una terra abituata invece ad inginocchiarsi, a piegarsi sempre. Ecco perché i suoi incontri in Calabria hanno un sapore diverso, una incidenza diversa. In Calabria tutto ha avuto inizio. “Io che ho denunciato la ‘ndrangheta non sono un eroe o un combattente. Io sono, io devo essere la normalità, voi tutti dovete essere la normalità”. Pino racconta la sua storia a una platea ricca e attenta. Ci sono i giovani, gli adulti, quelli un po’ più anziani. Ascoltano tutti con grande attenzione. Forti emozioni quelle che suscitano le parole di Pino. Dopo tutto quello che ha subito non si è arreso e continua a combattere ancora oggi. “Sono i calabresi che devono liberare i calabresi stessi, è il sud che deve liberare il sud. Non possiamo stare alla finestra e guardare. Non possiamo più cedere all’indifferenza. Bisognare avere il coraggio di reagire. Dobbiamo organizzare il nostro coraggio insieme e riprenderci i nostri diritti, i nostri sogni. Dobbiamo tornare ad essere padroni della nostra vita e restituire dignità alla nostra terra.”
Carmelina Pontoriero.