Vicenza 24/11/2014
“Professore, forte questo tipo. Davvero. Come ha detto lei alla fine, non è un eroe, ma un padre di famiglia che ha fatto semplicemente il suo dovere. Vorrei che anche il mio fosse così”. Poche frasi ma chiare: pochi contenuti ma efficaci. Forse anche poca cosa un incontro con un testimone di giustizia che prima di oggi era conosciuto dai più probabilmente solo per qualche notizia fornita qua e là dai media. Ma per chi come me ha posto lo sguardo sugli occhi degli oltre 250 alunni del liceo Antonio Pigafetta di Vicenza, che hanno ascoltato stamane Pino Masciari, tutto questo non è stato poca cosa. Colpisce sempre vedere tanti giovani commuoversi (al tempo di oggi, poi, dove la propria fragilità viene vista quasi come elemento di vergogna piuttosto che ricchezza legata alla propria diversità) rimanere attoniti e uditori certosini nel cogliere ogni minima frase di quest’uomo che, potrà piacere o meno, pensa a quello che dice e soprattutto dice le cose che pensa. Cosi di fronte a una platea innamorata del personaggio prima ancora che delle sue idee, ripenso a quante volte noi adulti ci interroghiamo su come comunicare, veicolare atteggiamenti, parole, esperienze che permettano ai giovani di appassionarsi di legalità. Tante volte, non possiamo nasconderlo, questo agire è poco efficace: d’altronde con tanti esempi che remano contro spesso i giovani, pur apprezzando i nostri vari e legittimi sforzi, rischiano alla fine di rimanere indifferenti: se non a parole negli atteggiamenti vissuti nel quotidiano. Certo non è cosi per tutti: lo è però per molti. Ecco allora che ascoltare, anzi “sentirsi gridare” in faccia una vera storia, anzi, una storia vera, si trasfigura in uno schiaffo emotivo che risveglia la coscienza, che stordisce l’animo e costringe a porsi domande (in un tempo in cui tutti danno risposte, ma diseducano all’elemento cardine di ogni educazione: appunto fare e farsi domande). Grazie quindi Pino per lo schiaffo che ci hai dato, insieme alla carezza di una speranza che, nonostante tutto, tu manifesti con la tua voglia di vivere, col desiderio di avere una vita piena, vera, vissuta, quotidiana e, sembra quasi paradossale, semplicemente normale. E pazienza se ad ascoltarti non c’erano, non ci sono e forse non ci saranno le istituzioni: l’importante è che ci siano quelle menti aperte e per certi aspetti innocenti al business della politica e del potere che sono i giovani, presente e futuro della nostra società. Insieme, coniugando la tua storia e le nostre parole, accompagniamoli a diventare davvero grandi.
Prof. Dino Caliaro