Pino Masciari: non c\’è più limite a ciò che ogni giorno viene fuori dallo scandalo romano, più definibile come italiano! Si perchè questo sistema è radicato nella nostra cultura, un modo di fare che non è solo dei mafiosi e degli ndranghetisti ma molto \”nostro\”, ora anche ufficiali della Marina in questo fango. Si possono fare arresti, scovare gli intrecci mafiosi, sequestrare beni, ma se non si fa\’ niente per dare un\’inversione di tendenza a questa cultura italiana, ci sarà sempre qualcun\’altro furbo a sostituire il suo predecessore. Nelle scuole si fa\’ poco, si parla poco di queste cose; lo vedo negli occhi e nelle parole dei giovani nelle scuole in cui vado a discutere che sono informati (o a volte disinformati) dai media e da quei pochissimi insegnanti che lo fanno, ma è sempre troppo poco. Dobbiamo cambiare la nostra cultura, la nostra e quella dei nostri figli se vogliamo che tra qualche decennio si possa forse dire di aver sconfitto le mafie!
Mafia Capitale, falsi rifornimenti di gasolio per la Marina su nave fantasma: sei nuovi arresti, tre sono militari.
Frode all\’erario di oltre 7 milioni di euro per acquistare undici milioni di litri di gasolio destinati ad una nave affondata da anni. Nell\’ambito dell\’inchiesta \”Mondo di Mezzo\”, scoperti gli incontri della banda anche presso il distributore di Corso Francia riconducibile a Massimo Carminati. Il ministro Alfano: \”Nominata la commissione d\’indagine nel Comune di Roma\”
Hanno rifornito con 11 milioni di litri di gasolio la \”Victory I\” ma la nave, in realtà, era affondata da anni. E\’ una frode da sette milioni di euro quella scoperta dai magistrati che indagano su Mafia Capitale e che ha portato all\’arresto di altre sei persone, tra le quali tre ufficiali della Marina Militare.
L\’operazione, denominata \”Ghost Ship\” è stata effettuata dal Nucleo di polizia tributaria di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica della capitale. Tutto ruoterebbe attorno ai contatti di Massimo Perazza, detto \’Massimo il romanista\’, nome già emerso nelle indagini sull\’ex estremista nero Massimo Carminati, con Roberto Lacopo, arrestato in Mafia Capitale, anche presso il distributore di Corso Francia, che secondo i Ros era il punto dove il gruppo organizzava incontri e strategie.
La banda, hanno ricostruito gli investigatori della finanza, aveva organizzato, solo sulla carta però, la consegna di milioni di litri di prodotto petrolifero presso il deposito della Marina Militare di Augusta, in provincia di Siracusa, attraverso la nave cisterna \”Victory I\”, mai attraccata nel porto siciliano in quanto naufragata nell\’Oceano Atlantico nel settembre 2013, tanto che alcuni membri dell\’equipaggio risultano ancora oggi formalmente dispersi. Oltre alle sei persone arrestate accusate dal pm Mario Palazzi di associazione per delinquere finalizzata al falso, alla truffa e alla frode ai danni della Marina Militare, il gip ha disposto anche il sequestro dei beni per 7,4 milioni di euro. Risultano indagati a piede libero anche il tecnico chimico Francesco Ippedico e poi gli appartenenti alla Marina Militare, Domenico Russo, Filippo Sammitto e Salvatore De Pasquale.
Nel dettaglio, la Guardia di finanza ha accertato che il carburante veniva fornito documentalmente dalla ditta danese O. W. Supply A/S, riconducibile a Lars P. Bohn, destinatario di un\’ordinanza di custodia cautelare e titolare di un appalto con l\’amministrazione della Difesa, che si avvaleva della collaborazione di due società italiane quali brokers, la Global Chemical Broker srl di Massimo Perazza e la Abac Petroli di Andrea D\’Aloja, anche loro destinatari di un provvedimento cautelare perché ritenuti complici di Bohn. Mario Leto, capitano di Corvetta della Marina Militare, nonché capo deposito della Direzione di commissariato militare marittimo di Augusta e Sebastiano Di Stefano, primo maresciallo della Marina Militare, capo Reparto Combustibili della medesima Direzione, erano invece i punti di contatto dell\’associazione presso il porto di Augusta, fungendo da trait d\’union con la pubblica amministrazione militare. Anche loro sono stati arrestati perché accusati di aver predisposto tutta la falsa documentazione necessaria alla realizzazione delle fittizie forniture. C\’erano poi altri due appartenenti alla Marina, i marescialli Salvatore De Pasquale e Salvatore Mazzone, quest\’ultimo destinatario di un altro provvedimento restrittivo che, a vario titolo, attestavano falsamente l\’avvenuta consegna del carburante ovvero la sua certificazione. Un tecnico chimico, Francesco Ippedico, attestava invece la qualità e le caratteristiche del prodotto mai consegnato.
Per il gip Alessandro Arturi che ha accolto le richieste del pm Mario Palazzi, ritenendo inadeguata qualsiasi altra misura cautelare, a cominciare dagli arresti domiciliari, i sei indagati hanno \”una caratura criminale di notevole spessore\”. Il gip, nel suo provvedimento, parla di \’\’spregiudicatezza manifestata nel predisporre, condividere e applicare un meccanismo truffaldino, estremamente insidioso, assurto a modulo esecutivo e destinato a essere applicato indefinitamente\’\’. Non solo. \”Il cuore pulsante della consorteria e del piano delittuoso\” era a Roma, per il giudice Arturi. Il procedimento rappresenta una costola della maxinchiesta su Mafia Capitale e secondo i magistrati tutto avveniva a Roma in quanto avevano sede le due società Abac Petroli e Global Chemical Broker e luogo di residenza dei rappresentanti legali delle stesse, Massimo Perazza e Andrea D\’Aloja (attualmente ancora ricercato), \”ai quali va indiscutibilmente riconosciuto un ruolo essenziale e primario di promotori ed organizzatori\”. Il gip scrive, inoltre, che nella capitale hanno \”sede gli uffici ministeriali che hanno emanato gli ordini di fornitura e i titoli di pagamento delle fatture emesse dalla O.W. Supply, sulla scorta della falsa documentazione\”.
\”Vicende come quella di Roma – ha detto il presidente dell\’Anticorruzione Raffaele Cantone a Palermo – sono la prova di un tumore per il quale i vaccini sono ben poca cosa, bisogna intervenire con meccanismi chemioterapici, c\’è poco da vaccinare. Il dato certo è che il sistema della repressione non ha funzionato. Bisogna capire cosa non è stato fatto e cosa ancora si può provare a fare per risalire la china. La repressione da sola non è assolutamente utile a intervenire\”.
\”La Marina Militare è al fianco della magistratura per debellare il fenomeno della corruzione a salvaguardia del personale che quotidianamente lavora con spirito di servizio e senso dello Stato – ha spiegato la forza armata commentando i tre arresti di militari della Marina – La trasparenza amministrativa e l\’integerrimo comportamento del proprio personale rimangono punti fermi nell\’ambito del quale gli organi tecnici e di sorveglianza della forza armata continuano ad esercitare la massima attenzione in collaborazione con le forze dell\’ordine e l\’autorità giudiziaria, sia ordinaria che militare\”.
Intanto, Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, i due calabresi di Gioia Tauro arrestati la settimana scorsa nell\’ambito dell\’indagine su \’Mafia Capitale\’, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Flavia Costantini. Accusati di associazione di stampo mafioso perché ritenuti il collegamento tra il clan dei Mancuso, attraverso l\’imprenditore incensurato Giovanni Campenni\’, e alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi, uomo legato all\’ex estremista nero Massimo Carminati, i due, detenuti a Regina Coeli e comparsi per l\’interrogatorio di garanzia, hanno preferito adottare la linea del silenzio.
Il ministro dell\’Interno, Angelino Alfano ha intanto fatto sapere che \”il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha nominato la Commissione d\’indagine incaricata dell\’attività di accesso e accertamento presso il Comune di Roma Capitale composta dal prefetto Marilisa Magno,
dal viceprefetto Enza Caporale e dal dr. Massimiliano Bardani, dirigente di II fascia del Ministero dell\’Economia e delle Finanze. Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una sola volta per ulteriori tre mesi, la Commissione dovrà portare a termine gli accertamenti e rassegnare al Prefetto le proprie conclusioni\”.
Per domani, invece, in Campidoglio dovrebbero arrivare gli ispettori inviati dal prefetto, Giuseppe Pecoraro, per accedere agli atti del Comune.
fonte: Repubblica.it