\”Nuovamente rinviato un processo che va avanti da quasi 5 anni e dove chi ci guadagna sono solo i legali. Sentenze emesse per poi essere annullate, emesse in appello, annullate, poi riemesse in \”processi bis\” che solo in Italia vengono effettuati e poi riconfermate. Poi la cassazione che annulla tutto per effettuare nuovamente un terzo processo d\’appello! Come dicevo, proprio un pasticcio tipicamente italiano che non fa\’ altro che far battere le mani alle mafie. La lotta alle mafie deve partire proprio da questo, sapere che esiste una Giustizia ferma e veloce, con pene severe ed esemplari, perchè solo così facendo ogni cittadino si sentirà forte e determinato nel denunciare ogni soppruso!\”
[da: corriere.it]
‘Ndrangheta, di nuovo annullata la sentenza di condanna «Cerberus»
È la seconda volta che la Suprema Corte decide per l’annullamento nel processo a carico della cosca Barbaro-Papalia per i reati commessi a Buccinasco
Per la seconda volta la Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la sentenza di condanna per associazione mafiosa emessa dalla Corte d’Appello di Milano nel processo scaturito dall’operazione «Cerberus» della Dda milanese. Si terrà quindi a Milano un terzo processo d’appello a carico degli imputati, Domenico e Salvatore Barbaro, Mario Miceli e l’imprenditore Maurizio Luraghi, accusati di fare parte del clan della `ndrangheta Barbaro-Papalia che avrebbe raggiunto una posizione dominante nel mercato del movimento terra a Buccinasco, nell’hinterland del capoluogo lombardo.
Posizione ottenuta, secondo le accuse, avvalendosi del metodo mafioso e utilizzando come imprenditore di facciata Maurizio Luraghi, titolare dell’ impresa «Lavori Stradali», e intimidendo operatori del settore ed amministratori pubblici del Comune di Buccinasco. Nel giugno del 2010 il Tribunale di Milano, accogliendo le richieste formulate dal pm della Dda milanese Alessandra Dolci, aveva condannato Salvatore Barbaro a nove anni di reclusione, Domenico e Rosario Barbaro a sette anni, Mario Miceli a sei anni e Maurizio Luraghi a quattro anni e sei mesi. Le condanne erano state confermate in appello e poi annullate, il 25 aprile del 2012, dalla Suprema corte. Si è svolto quindi a Milano un processo d’appello bis che si è concluso, un’altra volta, con la conferma delle pene. Ora la Cassazione ha annullato nuovamente la sentenza della Corte d’Appello, accogliendo i ricorsi dei difensori, gli avvocati Gianpaolo Catanzariti, Ambra Giovene, Franco Silva e Vinicio Nardo, e rinviando gli atti a Milano in vista del terzo processo d’appello sulla vicenda.