Sono state rilasciate affermazioni pesantissime nei confronti di Pino, che noi come \”Amici di Pino Masciari\” non accettiamo. E\’ stato pubblicato un articolo (che riportiamo in basso) che riportano frasi inesatte e a dir poco inaccettabili su Pino. L\’articolo è a nome di Gian Piero Buscaglia dell\’AssociazioneRadicale GRAF di Imperia e pubblicato sul sito radicali.it La frase \”…muratore calabrese che pagava il pizzo….\” è infamante ed è un\’offesa a lui, alla sua famiglia ed a tutti coloro come Pino che hanno dato la propria libertà per combattere veramente le mafie e che ancora oggi ne pagano le conseguenze. Senza contare l\’ennesima definizione di \”collaboratore di giustizia\” che viene da chi non ne capisce le differenze. Questo \”signore\” dovrebbe prima leggere e capire quel che ha fatto Pino Masciari nei confronti della \’ndrangheta, la sua opposizione ed il suo sacrificio (oltrechè quello della sua famiglia) per combatterla. Chi apre bocca, prima di affermare qualsiasi cosa, dovrebbe informarsi su ciò che dice!
ANTIMAFIA: Vengo anch’io? No, Tu no.
@ Davide Mattiello: da lui mi mandò Don Luigi Ciotti, dopo aver ascoltato – e benedetto (!) – la mia storia; Mattiello era, allora, presidente di A.C.MO.S. [Aggregare Coscientizzare Movimentare Socialmente], una delle 1.000 associazioni di LIBERA: finì che le sue suffragette, da cui era circondato, mi liquidarono con un fantastico ‘Ma noi ci occupiamo dei morti, mica dei vivi!‘. Amen. Non mi restò che rispondere, con sarcasmo: ‘Ah, be’, allora ripasso DOPO!‘. Più tardi, Egli diventò presidente di Libera Piemonte, poi del blog ‘Benvenuti in Italia-Osservatorio sulla legalità\’: a forza di coscientizzare arrivò in Parlamento col Pd, e ora nella Commissione Antimafia. Lo reincontrai in compagnia di Pino Masciari, muratore calabrese che pagava il pizzo; fatto il passo più lungo della gamba, costui fallì e incolpò, facendone i nomi, i suoi taglieggiatori, divenendo, così, un collaboratore prezzolato di giustizia, scucendo miliardi alla Stato e guadagnandosi gli onori dei grillini (Meetup), fino a ottener varie cittadinanze onorarie; con Libera ci fece un libro, e fu portato ad es. d’eroismo antimafia, a spasso per l’Italia; contattai Masciari e riuscii a raggiungerlo sul palco, venendo presentato come un altro che lavorava in polizia e…, ma non appena dissi che io la mafia l’avevo trovata proprio DENTRO la polizia, mi strappò il microfono di mano, e così sia. In effetti, se la polizia era quella che gli aveva dato i miliardi, mica poteva tradirla così! @ Donatella Albano: Lady Coraggio, Senatrice Antimafia! Da impiegata Cia (agricoltori), diventò consigliere comunale Pd e si oppose alla sala giochi dei F.lli Pellegrino; in seguito, Bordighera e Ventimiglia furono commissariate per mafia, e Lei entrò in Senato col Pd; ridimensionate o smontate le accuse [assolti l’ex sindaco di Bordighera e Scullino di Ventimiglia, smussata l’aggravante mafiosa agli stessi klan Pellegrino-Marcianò], la Albano resta, tuttavia, Sen.Antimafia e LadyCoraggio (e nonna, i giornali ce lo segnalano). Provai a contattarla, ma il Pd bordigotto non si fidò: del suo cellulare ebbi le prime cifre, ma non l’intera sequenza (!). Be’, tutto non si può avere! @ Claudio Fava: figlio del giornalista martire Giuseppe Fava [I Siciliani], fu portato da SEL a Sanremo, Federazione operaia di Via Corradi, a un incontro pubblico a cui partecipai, che però si chiuse all’improvviso alle 23 in punto, senza spazio alcuno alle domande dei presenti; in seguito, a un convegno valdese su Placido Rizzotto, incontrai un tale che ricordava l’episodio, e disse d’aver chiesto, a suo tempo, spiegazioni agli organizzatori sinistri della conferenza ‘Come mai avete chiuso in fretta e furia, senza dar spazio al pubblico? Eppure erano solo le 11!‘. Disarmante risposta: ‘Perché nel pubblico c’era un rompicojoni che stava per intervenire!‘. GULP! Quel potenziale disturbatore ero io! Non solo non avrei osato dirlo, ma neppure pensarlo! Altro giro, altro convegno, stavolta a Ventimiglia Alta, con Christian Abbondanza: spalleggiato da un prof (Michele Basso), riuscii a parlar brevemente, ma alla mia successiva richiesta di contatto col Circolo Sel/Ventimiglia, ottenni soltanto vaghi dinieghi o dilazioni da parte del Direttivo Circolo Sel Intemelio (Giuseppe Picchianti); l’ultima cosa che so di Picchianti è che, per comodità sua, mi definì un mitomane con altri esperti d’antimafia come Alternativa Intemelia, ma le mie proteste con il medesimo gruppo (Jacopo Colomba) sono rimaste lettera morta. Pure Fava ha fatto parte della Commissione antimafia. @ Anna Canepa: Magistrato antimafia, membro della Direzione nazionale antimafia, figlia del mio ex Avvocato di Ventimiglia negli anni ’80 [contro lo IACP d’Imperia e l’imprenditore siculo Francesco Filippone, personaggio in odore di mafia: in epoca Teardo vinceva appalti pubblici a gogo, e in questura gli davamo pure licenza d’acquisto esplosivo (con lo sconto: pagava il rilascio ma non i rinnovi, cosicché risultava sempre intestatario di 100kg di tritolo e mai dei 150-200 successivi; lo Stato dava dell’esplosivo a un mafioso? Vuoi vedere che i miei guai iniziarono lì, avendo segnalato la cosa ai miei Superiori in questura/prefettura?)]. La Canepa la si incrocia spesso in convegni pubblici, a Ventimiglia, a Genova e un po’ ovunque. Alcuni anni fa, trovandomi nella mia città (Alessandria), nel giorno del mio compleanno, partecipai a uno di essi, in sede universitaria; fra vari interventi autoreferenziali, il mio fu certamente più polemico, osando contestar la contrapposizione manichea fra uno Stato buono che combatte la mafia cattiva (ma insinuando quanto appunto si può dedurre dalla mia esperienza di vita vissuta: la mafia DENTRO il Ministero Interno, dove ho lavorato per oltre 20 anni). Nella pausa-rinfresco (i lavori sarebbero proseguiti dopo l’assaggio di pasta antimafia, olio antimafia…), mentre mi avviavo pacifico assieme a tutti gli astanti, fui afferrato dal body guard della Canepa (probabilmente sollecitato dalla Stessa, seccata dalla mia presenza di guastafeste antiretorica), identificato, invitato a uscire: ‘Quella è la porta!‘, mi intimò il polismano trascinandomi di peso verso l’uscita, nello stupore generale; stupore generale ma non di Libera, che chiamò la polizia, negò la natura pubblica dell’incontro (era annunciato sui giornali!) e, in seguito, incalzata dai radicali di Torino sul suo comportamento non certo garantista, si offrì di fornir il verbale Digos (!), mostrandosi indispettita – Lei, Associazione Antimafia – dal mio atteggiamento disturbatore persecutorio: fu quello l’unico interesse che Libera/Associazione Antimafia abbia mai manifestato nei confronti della mia storia. Ora, CONCLUDO: Pazienza per l’indifferenza del singolo cittadino (affaccendato in faccende sue, come tutti), pazienza per l’indifferenza interessata dell’Istituzione Ministero Prefettura Questura [E che? Mica possono strapparsi le vesti e i capelli dicendo che Sì, Buscaglia ha ragione, dice il Vero, e i sozzoni siamo Noi!], ma almeno i mestieranti dell’antimafia potrebbero, nel dubbio, ascoltare e mostrar di voler approfondire il racconto drammatico, ed eccessivo, della mia vicenda, anziché sorriderne allegramente, come sono soliti fare noti esponenti di Libera locale, a partire dall’ineffabile Matteo Lupi, già CESPIM, già SPES/Ventimiglia, già LIBERA Liguria e… AD MAIORA!