\"tribunale\"

Si continua a definirlo \”presunto boss\”, Nicolino Grande Aracri, uno che è passato dall\’assoluzione della sentenza di primo grado nel 2012 a 30 anni di carcere nel secondo. Cos\’è cambiato in questi 3 anni, forse le prove o forse i magistrati o forse gli avvocati, ma una cosa che non è cambiata è l\’imputato con i suoi capi d\’imputazione. Pertanto viene logico da chiedersi il perchè bisogna attendere tanto per confermare quanto appurato e provato? E\’ questo lo zoccolo duro della Giustizia italiana, i tempi biblici con cui si portano avanti i processi, con udienze rimandate a volte per una semplice virgola scritta male o ancora peggio, capita che a volte la virgola venga scritta volutamente male. E\’ vero che in Italia si debbano passare prima i 3 gradi di giudizio per essere condannati definitivamente ma smettiamola di feinire \”presunti\” chi si sa\’ benissimo far parte della \’ndrangheta o delle mafie in genere…..o vogliamo realmente asserire che le mafie non esistono???

 

‘Ndrangheta – Nicolino Grande Aracri condannato a 30 anni di carcere per 5 omicidi

Con tre condanne ed una conferma di assoluzione si è concluso il processo di secondo grado nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche della ‘ndrangheta del crotonese. La sentenza è stata emessa dai giudici della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro. Il presunto boss Nicolino Grande Aracri, secondo quanto riferito dall’Ansa, è stato condannato alla pena di 30 anni rispetto all’assoluzione di primo grado; Salvatore Nicoscia e Vito Martino sono stati condannati rispettivamente a 25 e 30 anni di reclusione. I giudici hanno confermato l’assoluzione per Ernesto Grande Aracri, fratello del presunto boss Nicolino. Gli imputati sono accusati di essere coinvolti a vario titolo in cinque omicidi compiuti all’inizio degli anni 2000 durante lo scontro tra gruppi contrapposti della ‘ndrangheta per il controllo del territorio. La sentenza di primo grado era stata emessa nel luglio del 2012. Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro , Pierpaolo Bruni, aveva chiesto la condanna degli imputati all’ergastolo.

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