La città di Roma ultimamente, tra funerali kitch e scandali \”mafiopolitici\”, ci ha abituati a guardarla non più come la \”città eterna\” dalle mille bellezze storiche ma come una metropoli come tante nel mondo dove corruzione e malaffare ne sono diventati i pilastri portanti che la mantengono in vita. E tutto questo non poteva che far gola alla \’ndrangheta che ne ha fatto il suo centro cruciale, il suo punto di riferimento per operare ed insediarsi in collusione con il mondo imprenditoriale e politico. Ma essendo diventata il principale centro malavitoso ha di conseguenza dato anche certezze e sicurezze ai suoi nuovi \”cittadini mafiosi\” diventando anche luogo ove poter tranquillamente ed in tutta sicurezza nascondersi e sentirsi al sicuro. Gli arresti di due latitanti calabresi della \’ndrangheta lo dimostrano, latitanti non di poco conto in quanto trattasi di Giuseppe ed Antonio Strangio, esponenti di spicco dell\’omonima cosca calabrese. Roma come tutto il paese ha bisogno di un cambio drastico che non dev\’essere fatto solo di persone ma anche di mentalità culturale che se non viene stravolta, non farà mai cambiare questo modus operandi nel mondo dell\’ilegalità!
‘Ndrangheta: catturati a Roma in una casa-bunker due latitanti della cosca Strangio
I due, entrambi nativi di Locri, erano destinatari di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Roma e Reggio Calabria a conclusione dell’indagine denominata ‘Acero – Krupy’
La polizia di Roma ha arrestato Giuseppe e Antonio Strangio, (appartenenti alla ‘Ndrangheta calabrese ndr) rispettivamente di 36 e 33 anni, che avevano trovato rifugio in una casa di via Aurelia Antica. Gli agenti si sono introdotti nella piccola proprietà, sorprendendo prima Antonio all’interno del giardino, bloccato nonostante il suo disperato tentativo di fuga. Quindi è stato catturato il fratello Giuseppe, che era all’interno dell’abitazione. I due, entrambi nativi di Locri, erano destinatari di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Roma e Reggio Calabria a conclusione dell’indagine denominata ‘Acero – Krupy’, condotta nei confronti di appartenenti alle cosche Aquino/Coluccio, Figliomeni, Commisso, Strangiooperative in Calabria e nel Lazio, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, traffico di armi e riciclaggio, reati consumati in ambito nazionale e internazionale. In particolare, i due sono indagati, per aver agevolato gli interessi della locale di ‘ndrangheta di San Luca.Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati circa 5000 euro, cinque telefoni cellulari, carte di credito e altro materiale nella disponibilità dei fratelli Strangio.