\"ndrangheta_today\"

Mentre il Governo è preso dal voto per i diritti civili e si prepara alla campagna elettorale, in Calabria viene meno il diritto alla libertà, il diritto di vivere e lavorare serenamente e non di vivere nel terrore. In Calabria la \’ndrangheta ha ripreso ancora più forte ad usare l\’arma della paura dell\’intimidazione ed è così che si stanno sussegueno in questi giorni numerosi attentati intimidatori a danno di aziende ed imprenditori. tutto questo nel totale silenzio della politica che non sembra preoccuparsene più di tanto! Dov\’è lo Stato italiano per il sud???

La ’ndrangheta brucia gli scuolabus

Locri, quattordici mezzi distrutti dalle fiamme nel deposito di una ditta di trasporti. Trovata una tanica. L’azienda aveva subito altri attentati a scopo intimidatorio

L’anziano titolare delle autolinee Federico piange guardando le carcasse fumanti dei 14 autobus della sua azienda. Un solo mezzo si è salvato dall’inferno in cui si è trasformato il deposito della ditta a Locri. Il calore ha piegato le lamiere, squagliato vetri e pneumatici. Praticamente metà della flotta è andata in fumo, l’azienda è in ginocchio e il futuro delle famiglie dei 150 dipendenti è a rischio. Non è la prima volta che finisce nel mirino, ma il colpo di domenica notte potrebbe mettere la parola fine agli oltre 80 anni di storia delle autolinee Federico.

Pochi dubbi sull’origine dolosa del rogo, i carabinieri hanno rinvenuto una tanica con tracce di benzina. L’allarme è scattato intorno all’una di notte. Ci sono volute tre squadre di vigili del fuoco e oltre quattro di lavoro per poter domare l’incendio. Secondo quanto ricostruito le fiamme sarebbero partite da un autobus e poi a catena si sarebbero propagate agli altri parcheggiati vicino. Un domino terrificante. Il deposito è controllato da alcune telecamere di sicurezza le cui immagini sono state già acquisite dai carabinieri. Ieri mattina i titolari della ditta sono stati ascoltati dagli investigatori dell’Arma per capire se, prima dell’attentato, ci siano state richieste estorsive o minacce. Al momento nessuna pista viene esclusa, ma l’episodio, date le devastanti modalità, sembra portare la firma dei clan locali.  

I PRECEDENTI  

Quello della note scorsa non è il primo incendio subito dalla Federico. Nel febbraio 2013 sei autobus sono stati incendiati a Satriano, nel Catanzarese. Tre mesi più tardi, a Santa Caterina dello Ionio un altro pullman è stato dato alle fiamme nel piazzale antistante la stazione. Nel gennaio 2014 sempre a Santa Caterina altri due mezzi.  

Gli autobus bruciati ieri notte erano quelli utilizzati per collegare la Locride con Catanzaro e Cosenza. Ogni mattina viaggiavano carichi di studenti e pendolari. Da ieri il servizio è sospeso e non si fanno previsioni su quando potrà essere riattivato. «Non so chi ci sia dietro l’attentato, lo stabilirà la magistratura, ma quello che mi pare evidente – dice il sindaco di Locri Giovanni Calabrese – è che ci stanno isolando. Hanno cancellato in una notte l’unico collegamento tra la Locride, le altre città calabresi e il resto d’Italia».  

In serata il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, ha avuto un primo colloquio con l’amministratore della Federico spa. L’imprenditore parteciperà alla prossima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che avrà come tema l’escalation di atti intimidatori in quel territorio. Per il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, «è in atto una strategia della tensione da parte della criminalità organizzata per destabilizzare le istituzioni e infondere paura e insicurezza tra i cittadini. Di fronte a tutto ciò è necessaria una reazione collettiva che deve investire tutti i settori della società». Intanto, i membri calabresi della commissione parlamentare antimafia hanno annunciato che a breve si terrà «una visita ispettiva per fare il punto su quanto sta accadendo nella Locride e assumere le iniziative necessarie insieme ai rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, alla Regione Calabria e agli amministratori locali». 

lastampa.it

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