Una volta, nei tempi del Governo Berlusconi si \”etichettavano\” le leggi emanate come leggi \”ad personam\”, oggi cambiati i tempi e cambiati i politici, i concetti restano, le leggi \”ad personam\” vengono ugualmente emanate e la corruzione aumenta sempre di più! Cos\’è cambiato? Sostanzialmente nulla se non si può asserire che la situazione sia abbondantemente peggiorata, che il livello di corruzione è oltre ogni immaginazione, che Ministri come Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico, ci sono sempre e continuano a lavorare indisturbati favorendo questo o quel personaggio di turno. Quantomeno la Guidi ha avuto il buon senso di dimettersi, ma quanti altri non lo hanno fatto ed hanno le mani in pasta alla corruzione? E\’ questo il cambiamento tanto sbandierato dal premier Renzi? Beh se è questo complimenti, perchè tra un po\’ si riuscirà anche a corrompere gli stessi corruttori, in un vortice di illegalità che parte proprio da chi invece l\’illegalità dovrebbe combatterla!
Caso Tempa Rossa, il ministro Guidi si dimette, indagato manager di Total e arrestati 5 funzionari Eni
\”Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese\”. Così il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha lasciato il proprio incarico di governo ieri (31 marzo 2016) dopo lo scandalo Total-Eni nell\’ambito del quale sono emerse delle intercettazioni del compagno dell\’ex ministro Gianluca Gemelli, fra l\’altro amministratore unico della I.T.S. Srl (Industrial Technical Services) e della 2G Investimenti Srl, che mostra l\’interessamento del manager a un \”emendamento\” (come riporta Il Fatto Quotidiano per inserire le opere relative al trasporto e allo stoccaggio di idrocarburi) \”che sarebbe stato di estremo interesse per la Total proprio in relazione al progetto Tempa Rossa\” (parole del gip di Potenza Michela Tiziana Petroncelli).
In pratica la Guidi sarebbe riuscita a inserire l\’emendamento nell\’ultima legge di stabilità dopo la bocciatura che il provvedimento aveva avuto per lo Sblocca-Italia.
Grazie a queste pressioni, concretizzatesi anche in un incontro tra Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total che sviluppa il maxi-giacimento di Temparossa in Basilicata, e la stessa Guidi favorito da Gemelli quest\’ultimo avrebbe in seguito potuto ottenere degli appalti. Dalle intercettazioni risulta anche anche una frase: – \’è d\’accordo anche Mariaelena\’ – che chiamerebbe in causa anche il ministro Mariaelena Boschi. Al momento comunque né la Guidi né la Boschi risultano indagate.
Il caso ha portato invece a iscrivere nel registro degli indagati Gemelli e Cobianchi per traffico illecito di influenze e chiama in causa anche l\’Eni, che vorrebbe tra l\’altro potenziare la raffineria di Taranto per lavorare gli idrocarburi estratti da Tempa Rossa.
Sono infatti dell\’Eni i cinque funzionari del Centro Oli di Viggiano (Potenza) che sono stati arrestati, nell\’ambito del secondo filone dell\’inchiesta, per attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti. In pratica, secondo l\’accusa, cercavano di ridurre il numero delle comunicazioni sugli sforamenti delle emissioni invece di ridurre le cause dei malfunzionamenti e degli eventi e di allarmare gli enti di controllo. Secondo l\’accusa questi funzionari Eni inoltre classificano come \”non pericolosi\” dei rifiuti che erano invece pericolosi e quindi attivavano un trattamento inadeguato, ma più economico, sui reflui petroliferi che dovevano essere trattati da Centro Oli.
Una nota di ieri pomeriggio dell\’Eni prende atto dei provvedimenti della Procura di Potenza e precisa che il filone di indagine che coinvolge alcuni dipendenti Eni è relativo a tematiche ambientali legate all\’attività produttiva del Centro Oli di Viggiano e ha comportato l\’esecuzione di misure cautelari nei confronti di alcuni dipendenti del centro e il sequestro di impianti funzionali all\’attività produttiva dello stesso. Eni ha sospenso temporaneamente i lavoratori oggetto dei provvedimenti cautelari e sta completando ulteriori verifiche interne. Quanto agli impianti la nota di ieri afferma che \”per quanto riguarda l\’attività produttiva in Val d\’Agri, che al momento è sospesa (75.000 barili al giorno), Eni conferma, sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali. In tal senso Eni richiederà la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro e continuerà ad interloquire con la magistratura, così come avviene da tempo sul tema, assicurando la massima cooperazione\”.